venerdì 27 novembre 2009

CLAVIS CORDIS MEI

Vi chiederete perché non ho mai usato una delle app più succulente di blogspot, la app per proporre sondaggi. Porta contatti, fa divertire la gente, può essere usato per ingannare il tempo mentre aspetti che uccidano il prossimo transessuale. Beh, dovreste chiederlo a me invece che chiedervelo tra di voi, perché io non ho sentito nessuna domanda e quindi non ho nessuna intenzione di rispondere a domande che nessuno mi ha fatto, non sono mica psicotico, mica sono uno che se lo invitate a una festa e la festa fa schifo vi entra in bagno e vi sborra di nascosto sullo spazzolino. No. (Ho detto no) Però i casi della vita mi hanno fatto riflettere sul potere del plebiscito nella prospettiva di dare criteri di razionalità alla mia vita e tutelarmi nel caso la magistratura avesse un giorno deciso di chiedermi conto di attività e amicizie non proprio elogiabili.

Oh.

Questo non ero io. Mi sono confuso.

Ma dicevamo: mi è venuta la curiosità di vedere seguendo quali chiavi di ricerca la gente venisse sul mio blog. Pura curiosità. Pensavo a cosa tipo "cos'è la filologia finnica?", "Omicidio Aldrovandi", "Cercasi muratore donna" o cose del genere. Sospettavo anche che alcune avrebbero potuto rivelarsi divertenti. Non sospettavo minimamente, però, che sarei finito al pronto soccorso del vicino Ospedale Sandro Pertini ("Antognoni! Ancora vivo!") con un principio d'ipossìa.

Ho quindi deciso di selezionare quelle che secondo me sono alcune tra le migliori coincidenze che mi siano mai capitate. Ecco a voi che cosa l'immaginazione del volgo 2.0 ha prodotto come lube digitale quivi conducente:

"alatre pozzanghera"
"ascelle al naturale"
"bare da morto usate"
"bentornato mio signore.mp3"
"clitoride morto"
"chiami gli unni alda merini"
"cosa vuol dire sesquipedale ?"
"creste di gallo vaginali"
"donne ciccione che scopano"
"figa torturata"
"lo sperma fuoriesce dal culo di mamma"
"modi di dire spagnoli se uno è nervoso"
"muco nelle orecchie"
"non voglio operarmi al mento!"
"Sedicenni che si leccano"
"video gratis di minoreni che scopano con lo zio"
"troia che si lascia pisciare in faccia"
"testicolo incastrato"

Non ho assolutamente idea di come avrei potuto aiutare il ragazzo col testicolo incastrato -se non suggerirgli di mettersi un cappello meno stretto- ma se volete anche voi scegliere la vostra chiave di ricerca preferita, siete i benvenuti su MOTIVI PER CUI LA GENTE ARRIVA QUI PER CASO. Ora sta a voi. Grazie a tutti.

giovedì 19 novembre 2009

Caro Binnu 'u Tratturi...(The NERVE of this PRICKS)

(Update: questo post è gemellato con questo post)

Non ci lasciano soli. E noi gli vogliamo bene, loro, gli. Pensiamo spesso di essere abbandonati, di essere bistrattati sbudellati rivomitati, impastoiati etichettati dimenticati, ridotti a numero cementificati costruiti sulle coste, imboccati posseduti umiliati. Ma loro no, loro resistono, loro arginano lo follia del presente con la gioia del fornirci tutti una casa d'appuntamento, un meeting point, anche se solo virtualmente, su un fronte combattivo di intelligenza e di schiettezza civile. Loro. Si. Loro.

Quelli di Repubblica.it

Perché loro (ossì, Loro), lo sanno di sicuro quanto dev'essere brutto vivere un periodo eternamente [per la descrizione vedi il post sottostante]. E sanno fornirci lo strumento principe per difenderci dal vuoto di potere politico e da quello di presenza civile, così come da quello culturale e da quello dell'inutilità multitasking.

Firmare appelli.

Ah, non solo.

Postare foto.

Si, perché io sono un blogger libero, io sono una donna umiliata dal mio premier, io sono con Saviano, io sono contro il Lodo Alfano, io sono contro questo e contro quello, ovviamente, e quindi io clicco e firmo, clicco e firmo, clicco e firmo ogni maledetta cosa che Repubblica Re-pubblica. Io lettore, prosumer, osservatore politico e opinionista di me stesso ossessivo essì, anche compulsivo, voglio sentirmi parte della comunità in lotta, di un'agire collettivo (che era un po' che la mattina andavo in rete e non trovavo nessuna comunità in lotta, meno male che ci siete voi), voglio essere come gli ammeregani con la class action e la share action, e il first amendment, e non è possibile, e qualcosa bisogna pur fare, e questi appelli non serviranno a niente ma fanno vedere che CI SIAMO. Noi CI SIAMO. Noi A TUTTA B.

Sondaggio1: Firma anche tu contro il concetto di "brutto". Ognuno dev'essere considerato "bello", specie dal centrodestra. "Brutto" è una categoria dello spirito in cui non ci riconosciamo, né tantomeno può essere ripescata come categoira estetica, spazzata via dal neosocialismo postmoderno. Siate sarcastici. Manda anche tu la tua foto a Napolitano con scritto "Cittadino oggettivamente brutto". Difendiamoci.

Sondaggio2: Berlusconi ha privatizzato l'acqua, tutto da solo, nella notte, e son balle che lo voleva fare anche Prodi duecento anni fa. Firmate l'appello e inviate le foto della vostra vescica gonfia. Il governo deve vedere i vostri bassi ventri ridotti a tumescenti ematostatici palloncini. Se volete l'acqua, noi ce la teniamo nel corpo. Non avrete mai la nostra acqua. (Nella foto: Mario Von Wassenburg, Catania, al settimo giorno del suo sciopero del sudore).

Sondaggio3: Siete pro o contro? Spero contro. Inviate la vostra foto con "Sono contro!". Lasciate un po' di spazio bianco sul foglio che ci pensa la redazione on-line.

Oh, le donne sono umiliate perché Berlusconi ha detto a Rosy Bindi che è brutta. Minchia, che problema. A quando la corte dell'Aja? Perché invece le millantate promesse su assegni familiari, asili nido, ricerca scientifica? Ma de che, mo' invio una foto di quanto c'ho le tette comuniste, in culo a Warhol e ai suoi fifteen minutes (centinaia di bambini con malattie rare muoiono quotidianamente perché non c'è investimento sulla ricerca. Perché? Perché le malattie rare non interessano le case farmaceutiche ma -guarda un po'- di tutto ciò frega ancor meno allo stato).

Guy Debord e l'indignazione pret-a-portér. Somebody save me. Gesto apotropaico correlato? Organizzate una sfilata nude e a fine passerella mollate giù un feto. You'll get your attention, you'll raise your indignation.

Ma non vi proccupate, che invece siete sexy, e non sarà certo un nano psicotico dal temperamento burberamente mafioso a delegittimarvi. My gosh, riesco a sentire da qui l'odore della vostra vagina incazzata. (Le streghe son tornate. Al cinema. Su Twilight. Il reggiseno lo bruciamo col cazzo che è di intimissimi e c'è la crisi. Se vuoi donne integraliste stai cercando lesbiche)

Anche quest'ultima di Saviano, jaysis. Capisco l'intento, capisco il tono con aspirazioni di internazionalismo per cui la cosa deve suonare saggia, ufficiale e moralmente superiore, ma per favore, su. "Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia".

Si. E già che ci siamo, io gli (Gli, a Lui, a Ello) volevo chiedere anche di abolire la caccia agli unicorni.

"Caro Binnu 'u tratturi, la prego di smetterla di crivellare le persone con i pallettoni, di sgozzarle, di picchiarle, di asfaltarle, di sciorglierle nell'acido e di infilarne i resti nei piloni autostradali. Faccio appello al Suo senso civico e alla sua coscienza di essere membro di uno stato di diritto. Non faccia così".

Mantellini giustamente ricorda -Ma com'è possibile che non si rendano conto che una campagna alla settimana equivale a nessuna campagna?-

Se ne rendono conto benissimo. Ma il Circolo delle Copie Vendute e degli Oddio Il Nostro PageRank Ha Un'Erezione (CCV/ONPRHE), qua, mi manda un SMS con scritto "Dì a Mantellini se ce la suca".

Non ce l'ho certo con Saviano, contenete l'indigno e il digrigno. Avercene, di Saviano. Ma prima dei Saviano sarebbe necessario un ambiente ricettivo dall'ECG ancora -perlomeno- pigolante che non sia mediaticamente gestito e indirizzato bovinamente da plafoniere di letalmentalletame come Massimo Giannini o quella faccia quadrata alla radice di Ezio Mauro.

"The nerve of these pricks" (cit.)

Die Letzten Tage Der Menschheit

"Com'è profondamente comprensibile il disincanto di un'epoca la quale, mai capace di vivere qualcosa e di rappresentarlo, non è scossa neppure dal proprio crollo, ha un'idea dell'espiazione tanto poco quanto dell'atto, e tuttavia ha abbastanza spirito di autoconservazione da tapparsi le orecchie davanti al fonografo delle proprie melodie eroiche, e abbastanza spirito di sacrificio da tornare all'occasione a intonarle. Perché che ci sarà la guerra appare meno inconcepibile che a ogni altro proprio a coloro cui lo slogan "c'è la guerra" ha permesso e coperto ogni vergogna, mentre il monito "c'è stata la guerra!" disturba il ben meritato riposo dei superstiti. Si sono illusi di conquistare il mercato internazionale -lo scopo per il quale sono nati- con un'armatura da cavaliere: ora devono accontentarsi di un affare ben peggiore: venderla al mercato delle pulci".

Più di novant'anni fa.

martedì 10 novembre 2009

Lacrime di unicorno e ascelle di John Goodman (in realtà l'ennesimo post su Grillo, pfui)

Qualche tempo fa stavo cenando con Smeriglia e Sisypheureux in un delizioso mattatoio romano. Erano da poco arrivate le nostre ordinazioni (con "da poco", trattandosi di un ristorante romano, intendo che non sono mai arrivate), quando Smeriglia, in un magistrale tentativo di killing me softly, mi chiede: "Ma ho visto che nel tuo blog hai scelto di non affrontare l'argomento Beppe Grillo. Che ne pensi?".

Dopo alcuni minuti di silenzio, e un momento relativamente breve in cui ho preso a pugni la mia tagliata all'aceto balsamico, gli ho fatto presente che, in effetti, all'argomento Grillo avevo dedicato non troppo tempo tempo, limitandomi a non superare i ventisei, ventisette post (scherzo: sono diciotto).

Ovviamente non ce la potrei mai avere con Smeriglia, anche se è un po' come quando per la prima volta fai sesso e vai dirlo felice e trafelato a un tuo caro amico e lui risponde "lo so, l'ho pagata io, ma continua a pronunciare delle parole come stavi facendo prima che mi rilassa mentre faccio il sudoku". In realtà Smeriglia il mio blog lo legge, ma lo legge solo nei pleniluni, perché il resto del mese è in giro per l'Italia con Sisyphereux a cercare le lacrime di unicorno di cui è ghiotto o quantomeno un hamburger che non abbia il sapore di un'ascella di John Goodman. Di qui ne viene che qualcosa ogni tanto gli scappa. Per questo mi ritrovo a scrivere questo lungo post nella speranza che tutta questa abbondanza di caratteri lo convinca a leggere e a smettere di reagire ai contenuti pagandomi delle ragazze (non ne ho bisogno, ho una postepay).

In realtà di Beppe Grillo ho parlato in questo eloquente post, e poi non contento ho aggiunto anche questo. Senza contare che ho fornito il link a un libro scaricabile gratuitamente che va più in profondità di quanto possa fare un post.

Tutto ciò mi viene in mente ora 1)Perché anche stamattina ho dovuto rifiutare una delle ragazze che Smeriglia mi manda periodicamente a casa a)perché era minorenne e b)perché aveva il cimurro; e 2)Perché sull'ultimo libro di Luttazzi ("La guerra civile fredda", Feltrinelli, 2009), viene riportato un post, già pubblicato a suo tempo su internet che riflette abbastanza bene quelli che sono anche i miei dubbi e le mie perplessità. Non lo riporto tutto perché non sono pazzo, non sono un dattilografo cinese e tantomeno uno scriba ebreo in Egitto, ma trascrivo giusto un paio di cosine (tra le quali un paio di link cui un blog può dare il corpo che un libro invece no, non so se avete saputo).

"[...] Il marketing di Grillo ha successo perché individua un bisogno profondo: quello dell'agire collettivo. Senza la dimensione dell'agire collettivo, negata oggi dallo Stato e dal Mercato, l'individuo resta indifeso, perde i suoi diritti, non può più essere rappresentato, viene manipolato (in questo libro ci sono anche diversi riferimenti alla sociologia e alla sociologia mediale, con citazioni a Giddens, Wright Mills e altri, ndW). E' questo il grido disperato che nessuno ascolta".

"Se parli alla pancia, certo che riempi le piazze, ma non è "democrazia dal basso", è flash mobbing. [...] La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira. La logica del potere è il numero. Uno smette di fare satira quando si fa forte del numero di chi lo segue. Grillo il problema manco se lo pone. La demagogia è così naif".

"Adesso Grillo esalta la democrazia di internet con la stessa foga con cui dieci anni fa sul palco spaccava un computer con una mazza per opporsi alla nuova schiavitù moderna inventata da Gates: la gente applaudiva estasiata allora, così come applaude estasiata ora: si applaude l'enfasi".

"Grillo e Di Pietro sono entrambi clienti ("customers", remember this word, ndW) della Casaleggio Associati, agenzia di marketing web che si ispira all'attività del Bivings group (cfr. http://www.bivingsreport.com/2006/the-internets-role-in-political-campaigns).
Quella che Grillo spaccia per democrazia dal basso è in realtà una campagna di manipolazione dell'opinione pubblica che segue strategie di guerrilla advertising: teasing (il blog, le inserzioni a pagamento sui quotidiani); guerrilla (meet-up; v-day); consolidating (liste civiche col bollino blu, Movimento di liberazione nazionale).
(cfr: http://www.casaleggioassociati.it/thefutureofpolitics/)
E questo, vi faccio notare, è il terzo video che pubblico della premiata ditta Philip K .Dick & Sons, imballaggi spaziali

"il populismo è cercare consensi usando luoghi comuni di facile presa. Quando la folla si raduna in piazza per un motivo diverso dall'arte, chi sale sul palco è lì a cercare un consenso in vista di un obiettivo. [...] Diventa un'attività partitica: l'oratore si fa leader di massa ("Non abbiamo bisogno di leaders!". Tranne uno, a quanto pare, ndW), si fa forte della forza (partitica) che il numero gli da. [...] Va inoltre considerato che il pubblico stesso è colpevole del populismo dell'oratore, quando lo accetta e lo sollecita con le ovazioni. Psicologia della folla: c'è un piacere nel demandare a un leader la responsabilità delle scelte. Regressione all'infanzia".

(Daniele Luttazzi, "La guerra civile fredda", Feltrinelli 2009, pagg. 186-7-8)

Ora, la prossima volta che Smeriglia mi chiederà che ne penso di Grillo, potrete anche venire da me e chiedermi perché uno dei vostri blogger preferiti non aggiorna più il blog da troppo tempo.

venerdì 6 novembre 2009

Glossomania

Qualche giorno fa avevo postato questa cosa su Sviluppina. La rimetto qui per quei due zombi che leggono solo me perché gli ho messo le benzodiazepine nel rum.

Glossa indignata e Chinaski brutto e vaffanculo.

(Glossa al precedente post: Critiche del Giudizio e Giudizi delle critiche sul Nuovo Autore Cinico del terzo millennio, figura letteraria d’indubbia intollerabilità sociale. Ovvero: l’umorismo esiste, oppure questo sono solo io che picchio i miei figli?)

Estinguano le patrie galere il reato d’intolleranza. Si vestano a nero i latori di fratture, i borghesi impigliati nel culto del proprio culto, in nome del quale essi perpetrano quotidiani affronti a ciò che di umano abbiamo costruito. Gorgheggino afflizioni i mestieranti d’umorismo che di vittima e carnefice fanno calderone. Spìllino vergogna i detentori di perentoria difesa degli spazi privati, e di privata proprietà. Mai si adagi l’ironia sul comodo letto del disprezzo. Avvizziscano in lunghi inverni i cinici e gli aridi, i biechi e gli aguzzini, i violenti e gli iracondi.

Questo è quanto ho da dire al turpe Chinaski, il cui odio per i lavoratori del comparto igiene automobilistica stradale ascrive di diritto al clubbino dei dittatorelli della prosa, buoni solo per i tabloid reazionari (o per il Corsera) o, al limite, per la letteratura francese. Pùssino via costoro, che dell’ironia fanno strumento d’iterazione della condanna principe dell’uomo: la colpevole e deliberata ignoranza dell’altrui sofferenza.

Celato dietro un nick letterario, portato per bocca da un nutrito establishment 2.0, addirittura premiato per la sua ributtante antropofobia da doposcuola, questo è Chinaski77. Un ingrato, un poveraccio, uno straccione del pensiero, cui la laurea in filosofia vale quanto la carta igienica per un lepidottero.

Di più: è Vittorio Feltri, lo stronzo.

Mai ci stancheremo (e credetemi se vi dico che porto un orologio al polso, per questo, e che lo controllo spesso) di additare ciò che non ci piace al pubblico ludibrio, consegnarlo mani e piedi legati, nudo, e magari con in bocca un cazzo di gomma.

Lo giuriamo sul dio dei giusti, nientemeno. Deh.

Un’escatologia dello sminuire, una reiterazione dell’abbandonare, un terzo termine di paragone che brutto brutto brutto, ammazza, ahò.

E se per Chinaski aspettiamo solo il rogo delle folle, che dire di costui:

Ci prepariamo a picchiare a morte questo negro di merda nazista e razzista finché non gli si ferma il ritmo nel sangue.

(faccina)

(faccina)

(faccina)

(scherzetto, dai)

(faccina).

Se non faceva ridere, prego inviare mail indignata a: ginostrada@umorismodiguerra.com