sabato 7 agosto 2010

PALLETTE COLORATE (Ma con gran pena le disrutta giù)

Se è oggettivamente vero che la socialrumenta produce per lo più deliri schizoparanoidi e foto di mici che batuffolano, è anche vero che con un buon alleato e una discreta dose di lisergìa barocca e stalinista si può produrre un'opera di estremo rilievo per la cultura nazionale.
Non molti giorni or sono, una discussione lanciata da un celebre disruptive innovator, uno che mena in giro orgoglio marketing e disruptives coloured pallettas (responsabile di molte esperienze internettare, tra le quali figura uno degli ultimi attentati al pensiero razionale della modernità, ossia il portale "forzasilivio.it"), ha generato una nuvola barocca di botte e risposte tra me e Azael, il mio caro amico da decubito.

(Parentesi: no, non lo linko, ve lo gugolate -se proprio vi va- ché non ho alcuna intenzione di fornire accessi. Massimo massimo vi posso far vedere la diapo)

(Un disruptive innovator italiano mentre propone una palletta colorata ad alcuni selvaggi)

Tra l'altro, un suo thread relativo alle celebrazioni di Piazza Bologna ha creato questo post di Francesco Contini, che ci tenevo a segnalare.

Io e Azael -dicevo- abbiamo invece prodotto una solare ed epidermica conversazione, che lui ha messo in forma di poema, e che ha spinto Carducci a dare tre pugni e un calcio al coperchio della bara. Nel linguaggio dei morti significa "ottimo lavoro", mi dicono. L'interessato può non prenderla sul personale, oppure può, non me ne frega assolutamente niente, ma in realtà è dedicata a tutto un mondo. Ve la propongo:


Pallette colorate, o di Gauss. Scusa

Friendfeed è una fogna

e sti pezzi dimmerda mo vi vengono sotto le case gentilizie
a rigarvi le madonne,
per contrappeso di bontà,
per rispetto della fotosintesi clorofilliana,
per amore delle sterpaglie tutte

per salubre sano santo snocciolamento di spermaceti
per redenzione del nocciolo delle pesche da ogni spaccarella e da tutti i liberalismi
affinché le pallette colorate ritornino negli asili insieme al Baphometh
e per il liberatutti dei cognomi, uno a ciascuno, e lemonissimo per i buoni
E possa Giosafatte Il Salterucolo maledire di piorrea la rattanza ovunque essa si metta o non si metta mani sui menti

Che poi, mento.
Il mento bisogna meritarlo
o farselo, o farsene, come con la piscia
O farselo abradere a giastemmoni
per il sacramento zigrinato ingollato nelle bocche dei cani dei disruttivi
dei cani, non dei gatti, dei cani

per il porcodì salvifico liberatore delle reti digitali relazionanti tomistiche da avanguardia
che ne avessero di più di cani lucidi spelati herpetici
nelle stanze dei buttoni chieni di sugna
con cui innovano disruzioni,
pronti a sgranellarci gli stinchi a croccantino.