venerdì 25 giugno 2010

DI UFI E GALLINE

L'adolescenza è un periodo orrendo, secondo forse solo agli anni del genocidio armeno o della deportazione degli ebrei nei campi di concentramento della Giamaica, dove gli ebrei venivano costretti a fumare gigantesche quantità di Marijuana e poi gli venivano insegnati i tempi in levare da gente con piedi sporchi e puzzolenti funi da ormeggio al posto dei capelli.

Come sarebbe, "no".
Sì, forse questo è un po' il mio modo di interpretare quella sventura, giacché i più parlano piuttosto di disumane vessazioni fisiche e psicologiche e di forni crematori.

Eppure io resto convinto della Giamaica e dei ritmi in levare, perché la mia immaginazione è molto più crudele di quella di uno smunto e triste Mengele. Ma tant'è. Non sono uno storico, non starò qui a chiosare e cadere da altissimi peri come un qualsiasi Ministro per l'Attuazione del Federalismo. Qualsiasi cosa tutto ciò voglia significare (Ciao Brancher, mi mancavi: mi devi ancora 45 euro per quel plico che ho dato ad Andreatta. Non te la caverai con una scusetta stronza come "mi serve tempo per costituire il Ministero per l'attuazione del federalismo". Pure io ho fottuto un sacco di volte il mio pusher dicendogli "ti porto i soldi domani, oggi devo costituire il Sottosegretariato alla ricostituzione delle barriere architettoniche lungo l'area di scivolo di quell'ala del cervello delegata a tradurre una pessima scusa in una lunghissima frase ad effetto che ti disorienti lasciandoti come un pesce morto a pagare un dodicesimo delle tasse che pago io firmato "sei un povero stronzo").
Volevo infatti spostare l'attenzione su un altro dicastero, il Mistero dell'Istruzione. Ora vi dividerete in due categorie. Quelli che penseranno al refuso e quelli che penseranno al banale gioco di parole. Vi lascio tutto il tempo di farlo, tanto la disoccupazione preme, lo sfaldamento sociale incombe, le prospettive si restringono fino a scomparire, la disperazione posa le mani sul timone della nave e mi pare giusto che in questa situazione voi vi dedichiate a dividervi per l'ennesima volta tra in due categorie qualsiasi. Ma siete italiani.
Fate pure.

Fatto?

Bene.

Niente, siccome ci sono state delle polemiche sui temi della maturità, la maggior parte dei quali si possono associare per sensatezza alle polemiche Gilardino-Pazzini o a quelle Cavour-Camilo Cienfuegos (si, certo che ci sono state), volevo dare il mio contributo.
La maggiore perplessità è stata generata dal tema sugli ufi. Tanto che non capisco perché ancora Eddiemac non si sia espresso al riguardo. I litiganti (sui social network le persone civili che affrontano temi sensibili non si chiamano tra loro "litiganti", ma "Sto solo discutendo non vedo perché ti scaldi"/"IMHO"/"Certo che sei finocchio, però"/"Certo che sono finocchio, che problemi hai"/"Me la dovresti sucare con la rincorsa"/"Fascista rotto in culo"/"Vabbè Hide"/"Vabbè block" e così via) si sono per lo più divisi in due categorie:

1)Gli ufi si, perché no?

2)Gli ufi no, perché no.

Ora, che blogger sarei io (a proposito, io non sono un blogger, io ho un blog, poi un giorno questa ve la spiego, o magari no tanto la spiegazione sarebbe inutile quanto qualcuno che me la chiedesse) se partendo da una polemica di cui non mi frega assolutamente una fava tumida e pocoreccia rinunciassi ad aggiungere la mia sguarrata, fastidiosa e sgualcìta opinione?

Sarei uno che non è un blogger, infatti non ho un'opinione e potete tranquillamente appoggiarvi allo spigolo che si è appena formato nell'intercapedine tra i miei disinteressati, enfiati coglioni e la mia tristezza nei confronti dell'umanità intera. Avevo però il desiderio di proporre un paio di temi io me di persona, per consentire alle generazioni future di poter dire "Non mi ricordo assolutamente che tema io abbia fatto, ma nella traccia c'era una gallina". Cosa che vale anche per tutti voi. Ma con la decisiva eccezione -inammissibile in un paese civile- della gallina.

Ecco quindi su cosa inviterei gli adolescenti a esprimersi.

1)Beppe Grillo, comico e istrione genovese, si è lanciato da qualche anno in una campagna politica che potrebbe avere forti ripercussioni sul Sistema Italia. Con un sapiente mix di ambientalismo, retorica avanguardista, ottica commerciale e citizen generated politics egli ha portato nel nostro mondo una rivoluzione culturale che pone le basi per un'Italia più libera, più equa, più giusta, restituita ai suoi veri protagonisti: noi cittadini informati. Alla luce di questa serie di nebulose stronzate, commentate il suo discorso alla Camera del Commercio del 12 luglio 2027, con particolare riferimento a questo passaggio: "AAAAaaaaaaaaaAAAAAARRRGGGHHHH!!! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! RRRRRRAAAAARRRRRH!!! PROCODDIOPORCODDIOPORCOIL VOSTRO -----£££$IDDDIO, ARRRRRRRRRRRRRRRHHHH ODIOTUTTOODIOVOIODIOQUESTOPIANETAAAAAAAARRRGGGHHHH!!! LAMADONNAINDOSSAIPROTEGGISLIPTUTTOE' MAFIAMORIREMO TUTTI COMPRATE I MIEI LIBRI COMPRATE LA PALLA CHE LAVA I VESTITI CONQUISTIAMO PLUTONE CANE DI PIPPONE EIAEIAALLALLA'"

2)Dati due numeri primi, chiedervi perché essi dovrebbe essere associati alla solitudine in un luogo che esuli dalla copertina di un romanzo teso a sedurre le vostre scarsissime capacità mentali. Trovata la risposta, ammazzatevi.

3)Ammazzatevi.

4)Questa è la foto di una gallina col vestitino. Scrivete quello che cazzo vi pare, non ce n'è mai fregato niente né di voi né delle vostre stronzate.


[Mi ero dimenticato il solito link ai commenti di FriendFeed]

venerdì 11 giugno 2010

Quella puttana madonnina

Per Corso Buenos Aires le donne avevano grandi vene nei piedi. Vene gonfie di sangue fiottoso, come piottassero/(corressero) da secoli, da millenni, da sicurosicuro prima che ci fossero i saldi da Zara.
E Tantissimi pazzi in pochi metri, quello con l'ebola sul collo, quello con la voglia a forma di ferrotramviere, quello col tatuaggio di giorgiogabber sulla schiena insipida, quello che cammina con un fax sotto braccio telefonando ad Alda Merini.
Lui lo abbiamo anche a Roma, ma quello era più svelto, più scafato, come avesse qualcosa da dire e non fosse davvero assorto in una pura conversazione di piacere. Forse una poesia sulle scarpe di Aldamerini che dice

Son qui a Milàn
Chiamo la Alda
Resto sveglio tutta la notte con lei
Fammi un buon moscow mule
Uno per me
Uno per Alda
Per le scarpe rosse
Che ci ha fatto sopra
Dodici poesie
Tutta merda
Ma non me lo fai questo cazzo di moscow mule
Che domani il ceto medio
Deve lavorare?

Si, è Milano.
Dove tutto è più buono, più buoni i panini, più buoni pranzi e cene, più buoni i concerti (di media), più buone le cinture false di Luigi Vuittone.
Le ragazze in bici con le vocali a elastico.
I cocktail con la menta.
I marocchini che dicono "figa".

E gli uominisessuali. Tutto pieno di uominisessuali. Una città uomosessuale, donnolosessuale, ibridosessuale, asessuale. Ma sessuata.
Tanto che ogni divertimento reca qualcosa di sessuale, il cui appetito forse sminuito dal cappone grigio ma resistente, forse invece da esso accresciuto quindi montante -esso, qualcosessualitante- si accanisce dai vicoli ai locali, creando regine brasileire ventitreenni che in realtà son di Poggio Mirteto, o buffi araldi di una Fiorella mannoia riscoperta, o Marcelle Belle dalle chiome rutilanti e dalle vocali ancora più anguste.
Che voglio dire, è meglio. E' molto meglio che sia pieno di uominisessuali rispetto a, che ne so, i laziali.
Perché almeno è difficile che avvenga questo:

[Esterno notte. Un giovane ragazzo etero (R.E.) rincasa passando per Corso Como ascoltando Ligabue. Un gruppo di gay gli si avvicina minaccevole]

Gay1: Guardaguarda.
Gay2: Hai visto cara? Guarda chi abbiamo lì. Un leccapasserine.
R.E: ...?
Gay3: Ha proprio l'aria di uno che gli piace la carne pisciata.
Gay4: Vevo. Ovvibile.
R.E: Ragazzi, cosa vo
Gay1: RagazzI? Questo vuole morire.
Gay2: Che dici, tesora, gli si fa la cura ludovica?
Gay4: E' ovvendo. Un vamavvo etevo.
Gay3: Hai l'Ipod, stellina?
Gay1: Certo Baby. Tenetelo fermo. Mentre io gli metto su tutto il disco di Ambra a palla, voi sapete cosa fare.
Gay4: Scateniamo l'INFEVNO! GVAFFIAMOLO!
R.E: Aaaaaaaaarrrggh...

No. Non succederà. E se succede, che vi devo dire. Mi abbonerò a quel canale youtube.

Non che tutto ciò abbia la benchemminima rilevanza.
Era solo per dire -en passant- che io odiavo un po' Milano, la odiavo per sentito dire, e forse ci avevo preso, per i motivi di cui non vi ho parlato, sì, forse ci avevo preso, forse no. Ma non importa.
Io qui a Roma ci sto più a casa, si. Amo questa vacca stravaccata sul suo triclinio sozzo. Ma Milano me l'ha fatta.
Perché il fatto è che Milano ha le curve, ha il culo, sa bere, sa ballare, è antipatica, è sexy, è stupida, è geniale, è la solita, è una gran troia. Ci ha stile.
E a far pompini -mi dispiace- è più brava di Roma.

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