martedì 27 ottobre 2009

CUSPIDE POETICA - AMICO CANE

Cum summo gaudio mi appropinquo a pubbliqare una opera dello magno poeta Azael, chiamata Amico Cane, in omaggio a un amico probabilmente presentante caratteristiche non dissimili da un cane, vuoi per la fedeltà, vuoi per alcune caratteristiche fisiche tipo pelo o durata della gestazione, chissà, ma soprattutto che importa, ché si parla d'arte, non certo di spiegarvi a voi bifolchi illitterati cosa una persona c'ha di canesco né cosa c'è dietro (in genere della polvere, specie dientro un armadio, dietro un cane magari la cacca). Egli nobilmente ricambia ospitando un mio umile tentativo ("Chiante Antiche") di evocare l'enthusìa che mi pervede (che ci vede attraverso di me, insomma, probabilmente trovandovi della polvere, e talora della cacca, ma questo è tutto un altro discorso). Orpene ("pisello adesso", quasi), ecco qui:

AMICO CANE

Come un fratello, un angio
un cherubino,
mi segui paziente
sulle strade della vita
e io ti chiedo cinque euri per la scommessa alla snai
e tu, paziente, me li dai.

Come un prossimo, un vicino
un barista nerboruto
mi consòli e mi sproni
quando mi perdo nell'indaffarato giorno
e mi dai il numero di quel tuo amico
della municipale, per la multa a serravalle.

Come un cucciolo, un cane
mi segui fedele e un sorriso
non me lo neghi mai, né un cenno
quando ti vomito, briago, i mocassini,
non me lo neghi mai.

Molto bello, amico vero
tu mi segui e io t'aspetto
amico vero,
e darei mia vita per sostenerti in ciò che pensi
nel tuo credo.

Sei mio vicino, ed io ti stimo
come un cane, amico amato
come bestia, un fungo del bosco nella fradicia fanghiglia
uno sputo, un puzzo, rispettabile e fraterno.

Amico cane, questo tu sei al mio sese
ma la bava intra le mani,
amico merda
eccazzo no.

[Visitate PoesieDaDecubito per più ben altre opere di maggior numero]

lunedì 26 ottobre 2009

EVIDENZE ED ENTUSIASMI

-CIAU, SONO UN TRANS, TI VA SE TI FASCIO UN POMPINOU E POI TU ME FAI UN POMPINOU IN MEU MODESTO APPARTAMENTU IN PETTEGOLO CONDOMINIOU DI POPULARE ZONA DE ROUMA, DI DOVE BRIGADE AMASOU ALDU MORU?

-SI, CHE MALE C'E', TANTO SONO IL PRESIDENTE DI UNA REGIONE CON MOGLIE E FIGLI, CHI VUOI CHE MAI POSSA TENERMI D'OCCHIO, CON UN RUOLO ISTITUZIONALE COSI' ININFLUENTE

-NOUN SARAI MICA PREOCUPADU?

-MA FIGURATI, NON MI CONOSCE NESSUNO!

-ALLORA PIPPIAMOU DELLA COCAIGNA MENTRE CI FASCIAMO I BUCCHINI?

-CERTO! PER DI PIU' E' LEGALE, NO?

-AH, JAH (?), NON SCI AVEVO PENSADU (TI STARA' MICA SEGUENDO QUALCUNOU?)

-MACCHE'!

-EVVAIJ!

-EVVAI!


(bi-glom!)

martedì 20 ottobre 2009

Appunti per il primo romanzo Grind-Core italiano (e contestuale esperimento di scrittura post in tre minuti e mezzo che 'sti giorni non ho tempo)

Dunque, il primo capitolo dovrebbe aprirsi con una serie di personaggi nudi che corrono velocissimi verso delle lame rotanti. Le ipotesi si sprecano: Bondi, Masi, Brachino, Enrico Papi, Pecorella, Gelli, Carlo Conti, Amadeus, qualche DJ, un buttafuori adottato in tenera età da Casa Pound, ecc. ecc. (ricordarsi di non bruciare personaggi eventualmenti riutilizzabili in capitoli successivi, come Massimo Boldi e Federico Moccia, che è un peccato sprecarli subito contro le lame rotanti).

Secondo capitolo. Vittorio Feltri telefona a Dio.
Feltri: Pronto?
Dio: Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarrrrgggh! Yeeeeeaaarghhh! Rorrhh! Rooaaaaarghh!
Feltri: Volevo sapere se sei d'accordo e posso andare avanti a speronare il culo di questo minorenne col mio uccello.
Dio: Blllloooouurrrh! Aiiyyeaaaahhhhrrr!
Feltri: Allora vado, eh. Premesso che della tua approvazione non me ne fregava un cazzo.
Minorenne: Uuuuaaaaarrtggggghhrrh!
Dio: Yeeeeeaaaarrrhhh!
Feltri: OoooaaaarggghYaaaaaaarrrrrrrhrrrh!

Terzo capitolo. Due donne anziane, completamente ricoperte di sperma e cicatrici, chiedono informazioni a un gazebo del PD, che per risposta esplode spargendo budella, sangue e merda.

Quarto capitolo. Uguale, ma coi conigli.

Quinto capitolo. Gli unni invadono un quartiere periferico di Taranto.

Sesto capitolo. Antonio Cassano viene convocato in uno squadrone della morte, fa una linguaccia a Lippi e poi spara in testa a un asilo.

Settimo e ultimo capitolo. Cento pagine della vita di un coltello che entra nella gola di addetti alle pubbliche relazioni della Telecom Italia. Montaggio linguistico rapidissimo, decoupage, cut-up, mash-up, stream, riferimenti asemici, ma ricordarsi le parole "merda", "culo" e tante scene di sesso di una violenza inqualificabile, tale da far singhiozzare Burzum.

Ringraziamenti in quarta di coperina, musica di Giovanni Allevi allegata al libro.

lunedì 12 ottobre 2009

DIRECTEURS SANS FRONTIERES

Riceviamo e volentieri ripubblichiamo un estratto di uno sbobinamento di una registrazione di un altro estratto di una defascicolazione estrapolata da una stenografìa recentemente consegnataci da Renato Farina, per gli amici "Betulla", giornalista segreto noto anche come "er pozzo nero" per la veridicità delle informazioni che diffonde, e noto anche per aver lanciato l' iniziativa di beatificare Berlusconi, il che getta una luce sempre più nitida su un possibile legame che intercorrerebbe tra lo scrivere per Libero e Il Giornale e la sindrome di Kreutzfeld-Jacobs (aggiornamento: pare proprio che il sito sia un fake: è probabile. D' altra parte, tutte le iniziative di Farina sono sempre state dei fake). Questo "carteggio", in realtà di matrice binaria -poiché avvenuto su Google Talk-, è avvenuto ieri (o forse quindici anni fa) tra Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, ed Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica, ed ha consentito ai due di confrontarsi apertamente sul battibecco a mezzo stampa che li ha visti coinvolti in relazione a tematiche quali la libertà di stampa in italia, la presenza o meno di un governo eversivo e l' opportunità di arroccare se si parte con una difesa siciliana.

DeBortoli (dal suo laptop Toshiba trasparente, bordino bianco smussato, adesivo del pacchetto originale di Norton e la scritta "me too"): Eugenio, ci sei?

Scalfari (Dal suo iPhone magenta, sticker dei Lynyrd Skynyrd, a bordo della sua Fiat Croma beige): Diciamo di sì.

FDB: Ti rendi conto che mi hai insultato? Mi dai del venduto, del qualunquista. Mi rimprovi l' assenza di un' indole battagliera che non ho mai avuto, e mi butti contro i tuoi lettori. Stai facendo una cosa assurda per un grande direttore di un grande giornale di una democrazia liberale. Ma mi sto perdendo, intendevo dire che sei proprio uno stronzo.

ES: Oh. Siamo in una democrazia liberale? Scusami, accendo lo sbrinatore che devo avere il parabrezza appannato.

FDB: Non c'è uno sbrinatore per le cataratte. Ti devo ricordare che sono andato al Sole 24 ore perché non ero gradito?

ES: Non eri gradito perché rappresenti banche che non sono le sue, baby.

FDB: Capisco. Quindi mi puoi dare un consiglio tu, coi tuoi fondi privati cooperativi e la tua indipendenza dai fondi pubblici. Anche se in questo periodo vedo che miri ai fondi pubici.

ES: Il tuo presidente del consiglio si scopa le mignotte e ucciderebbe la madre per non finire in galera. Ricordatelo, mentre porti il tuo ciuffo brizzolato alle cene con la redazione del Washington Post.

FDB: Eugenio, il tuo tono mi ricorda tanto Gramsci. Ma ancora di più Alighiero Noschese.

ES: Ferruccio, o come cazzo ti hanno chiamato, stento a credere che tu sia lo stesso Ferruccio che... a no scusa, quello era un altro.

FDB: Non solo sei fuori luogo. Sei anche cieco. Fossi in te accosterei.

ES: Le mie cateratte, se paragonate ai tuoi editoriali, mi rendono ipermetrope.

FDB: Stai diventando infantile.

Guia Soncini: Non per interferire col vostro meraviglioso idillio, ma si scrive "cataratte".

ES: Hide.

FDB: Block.

ES: Quindi la tua linea editoriale è: "difenderò fino alla morte il tuo diritto di lasciarmi un messaggio in segreteria".

FDB: Giammai. Difesi Travaglio allorquando la BUR non voleva più pubblicare i suoi libri. E lo invitai anche a casa per un giro di backgammon, ma lui doveva già andare in sinagoga a fomentare un paio di rabbini.

Luca Sofri: Allorquando? ma vi sentite?

ES: Block.

FDB: Hide.

Guia Soncini: Block e Hide non ci sono in google talk.

[FDB e ES hanno abbandonato la stanza]

Guia Soncini: Di nuovo sola.

Luca Sofri: Hey.

Guia Soncini: Cristo.
__________________________

FDB: Una buona e corretta in­formazione, scriveva Luigi Einaudi, che collaborò col Corsera, fornisce al cittadino gli ingredienti, non avariati, per deliberare, per essere più responsabile e libero.

ES: "Kumbayà", scriveva il mio carrozziere ubriaco sulla fiancata della mia macchina con un coltello elettrico nel capodanno '79. Che cazzo c' entra? Gli articoli di Ostellino sembrano scritti dalla zia religiosa di Feltri. E Della Loggia? E Panebianco?

FDB: Sono liberi giornalisti.

ES: Anche Berlusconi è un libero muratore. Ne deduco che se c'è la parola "libero" a te ti va bene uguale. Quindi anche Hu Jintao è un libero sparatore di crani di persone.

FDB: Ah, ah, ah. Aspetta, è talmente divertente che mi devo levare i pantaloni.

ES: Sei più naif di uno spremiagrumi.

FDB: Se tu non fossi così populista, capiresti che l'Italia vera è diversa da te, per fortuna.

ES: Se l'Italia ti somiglia, presto uscirà dall'Europa. E sai cosa farà dopo? Rientrerà in Europa. Per poi dire che qualcuno l'ha cacciata dall' Europa. Gneee, gneeee, buaaah, mamma...

FDB: Questa non l'ho capita, ti conviene rivendertela a Mieli.

ES: Mieli è in sinagoga a tentare di calmare due rabbini. Comunque non c'è speranza. Sei un fascista. Bel vestito, belle congiunzioni, ma un fascista.

FDB: Dovresti pensionarti, Eugenio. Tanto puoi continuare a pubblicare. Rimetti su tutti i tuoi editoriali daccapo, partendo dal primo del '79. Non se ne accorge nessuno.

ES: mi stai dando del rincoglionito?

FDB: Rincoglionito? No. Ma non sono più così sicuro che la mattina tu non provi ad indossare il tuo caffè.

ES: Io sarò invecchiato, ma so ancora riconoscere un regime. Per te non è un regime se non hanno tutti la stessa maglietta.

FDB: Per te è un regime se ce l' hanno in due.

ES: Mi sono scopato tua moglie.

FDB: Cosa?

ES: Sigonella. Tu eri andato sul posto.

FDB: Pezzo di merda. Apri freecell e vediamo, vecchio stronzo.

ES: Ti faccio il culo.

[Guia Soncini e Luca Sofri appear courtesy of Earache Music Ltd.]

domenica 11 ottobre 2009

VEDERE SISIFO IDIOTA

Credo di aver fatto un grosso errore, ma tentando anche di capire ed utilizzare meglio questi infamissimi social network, ho aperto anche un tumblr, che si chiama Kerosenectute & i Residui di materia fecale. Ci troverete spesso cose che farebbero diventare idrofobo Gandhi. Spero.

sabato 10 ottobre 2009

FANFANE, MORITURI TE SALUTANT

Il lodo Alfano è stato bocciato, la Gelmini è stata commissariata dal Tar, Giuffré dichiara che Dell'Utri diventò il referente politico di Cosa Nostra -dopo l' era Ciancimino, fratelli Lima e altri- e neanch' io mi sento tanto bene.

Scherzo. Sto una favola.

La depressione latente di questi giorni non si è certo arrestata, ma il pensiero piccolo piccolo e in fondo inutile che Berlusconi -com'è ormai chiaro- non finirà mai la legislatura, ha funto da succedaneo dello xanax (che non non ho mai preso, ma immagino faccia più o meno quest'effetto).

Ieri stavo comprando la Gazzetta delle Procure in edicola (il giornale di Travaglio e Padellaro, un giornale talmente pieno di refusi che se lo leggi troppo in fretta diventi Luca Giurato), e c' era un signore che comprava la gazzetta e libero. E io gli dico:

-Guardi che non c'è più Feltri, deve comprare il Giornale.

Lui nasconde Libero dentro la gazzetta, sorride e corre velocissimo verso la macchina lasciandosi dietro della puzza di 8 settembre '43.

Nessuna vittoria, comunque. Sappiamo bene che l' opera di demolizione del premier più slanciato degli ultimi 150 anni non viene dalla società civile ma dagli assetti di potere che interpretano Berlusconi come un' artrosi cervicale. Nondimeno, è bello vederli passare per strada. Intendo i berlusconisti. Li riconosci perché hanno una stella di davide con di capezzoli al posto delle punte. Se li interpelli ora, danno risposte sempre più confuse.

Lei ha votato Berlusconi?

-Si, ma mi hanno costretto i giudici comunisti.
-Si, ero distratto.
-Si, pensavo di poter avere un pezzettino del gasdotto con la Russia.
-Si, e ne sono tuttora convinto, perché è il primo presidente nero della storia d' Italia.
-Si, ma ora prendo delle medicine e mi sta passando.
-Si, lo avevo giurato sui miei figli.
-Si, perché l' asse magnetico terrestre si sta spostando verso destra e la sinistra non riesce a intercettare il cambiamento.
-Si, perché Berlusconi sono io.
-Si, non so leggere.

Insomma, sono strani. Anche all' interno della stessa maggioranza c'è chi vuole il voto segreto anche per le pulizie condominiali.

Oggi Italo Bocchino ha dichiarato: "Sto per dire delle cose che difendono Berlusconi, ma mi farebbe piacere se non ci prestaste tanta attenzione, anzi, se fischiettate e chiacchierate e mi coprite l' audio non mi dispiace".

Curioso anche il commento di Mario Draghi, Bankitalia: "Giratelo più lentamente, quel coltello".

E Obama? Obama non è rimasto per niente contento dell' accordo con la Russia per il gasdotto e degli accordi ENI con la Libia. Ma proprio per niente. E la BCE? Niente da fare, scontenta e incazzata per le manovre di Tremonti volte a estromettere dai criteri decisionali gli azionisti europei della Banca d' Italia. Tremonti e il suo ano snodabile, che riesce a prenderlo in culo su quattro fronti contemporaneamente.

(Tra l' altro: il Nobel per la Pace a Obama. Wow, ha detto lui. Lo avrei detto anch' io se fossi stato il Presidente della più grande potenza imperialista mondiale, dotata dell' esercito più grande, con tre fronti di guerra aperti contemporaneamente e un piano del pentagono per moltiplicare le basi in Colombia e tentare di affossare i governi democraticamente eletti nel resto dell' America Latina diventata più indipendente e più ostile a vendere il culo).

La serendipità dell' italiano medio, quello che non ha mai rinunciato ad identificarsi in arroganti tappi calvi sessuomani fascisti, salvo poi salire sul carro di chi vuole bene a Gesù e in effetti, sì, avevamo un po' esagerato, è tornata alla carica. I topi scoprono che la nave imbarca acqua, ma non solo: si accorgono or ora che non è fatta di formaggio.

Fini non vede l' ora di impiantare un centro-destra liberal-industriale, Montezemolo e Casini si sono messi il bavaglino e il rossetto, Di Pietro si prepara a fare man bassa alle regionali.

Manca il PD. No, non è una premessa. E' un' affermazione.

Non moriremo mai democristiani, si gridava un tempo. Avevano ragione. Moriremo e basta. Da democristiani ci vivremo.

mercoledì 7 ottobre 2009

LODO ALFANO

Godo, Alfano.

domenica 4 ottobre 2009

QUANDO KROPOTKIN E' L' ONOMATOPEA DI UNA SORREGGIA

A guisa di festa si riunisce la compiaggine (compagine del compianto) nella Piazza del Popolo, che però in italia (mi si non scusi il minuscolo) è da sempre la Piazza dei Popoli. C' è anche Woland, che sente Marcoré leggere Tocqueville e ne conviene e se ne compiace, ma pensa si vabbé, su 300'000 persone (secondo la questura "tre squadre di pallamano"), quattro studenti e poi Tocqueville ritorna nell' alveo di coloro di cui alcuni hanno sentito nominare il nome.

Per non menzionare l' intervento di Del Boca, che non me lo ricordo, ma diceva tipo:

"Salve, sono Lorenzo Del Boca, il presidente dell' Ordine dei Giornalisti, un ordine creato dal Dux (Mea magna lux) per assoggettare la stampa all' esecutivo, e che esiste solo da noi e consente ai giornalisti di fare i giornalisti, forse, dopo quattro anni -minimo- di calvario, o dopo due anni e un paio di diecimila euro in una delle due scuole di giornalismo in Italia, in una delle quali sino a due anni fa teneva lezioni Andreotti; e vi volevo dire che la libertà di stampa è sacra e che noi giornalisti dobbiamo fare autocritica nei confronti di un certo pronismo che si diffonde in maniera cancerosa. Grazie a tutti, ora vado che mi si riscalda la cedrata".

Almeno credo.

Bello invece l' intervento di uno dei membri del CdR de L' Avvenire, quotidiano CEI, che si limita a difendere Dino Boffo, il cui apporto fondamentale alla cultura italiana è stato quello di essere licenziato. Ciao, Dino, e grazie, gli dicono dal palco. L' applauso è sommesso ma c'è.

-Hanno applaudito Dino Boffo?
-Oggi applaudirebbero anche una rana.

Ci sarebbero diverse cose da dire, in bene e in male. Ma mi scuserete se oggi scrivo tanto per scrivere, e se la desolazione non scompare se ci pianti un geranio.

Oh, io condivido la manifestazione. E' che non condivido più i manifestanti.