domenica 28 giugno 2009

RITIRATA! DOV' E' IL MIO CAVALLO?

Prima che Giovanni Lindo Ferretti si trasformasse in un inquietante ibrido tra San Francesco, Giovanna d' Arco e Hannibal Lecter, egli scrisse in una canzone dei CSI i seguenti versi:

"I vecchi dissero: "ci sarà la guerra"/ E nessuno fece nulla/ Nessuno fece nulla!"

Ora che vecchio lo è davvero, sembra che abbia preferito spedire il suo afflato spirituale nel quinto mondo dell' eterno ritorno ultralterreno, quello dove l' escatologica e la gnosi permettono di vedere Dio sottoforma di un cavallo fumante di sudore al sole di una tersa e immortale alba.

Alcuni chiamano questo processo illuminazione, altri Alzheimer, altri ancora la chiamano ma vai a fare in culo, va', vecchio cretino. Pur essendo io un praticatore di iconoclastìe, devo ammettere che la mia opinione comprende tutte e tre le variabili (c'è quindi -in ogni modo- una preponderanza della valutazione filosofica "bah...").

Mi immagino un ipotetico dialogo in versi tra il "nuovo" Giovanni Lindo Ferretti e quel cavallo, al termine di una lunga corsa per i campi e le vallate, con Giovanni Lindo nudo che cavalca senza sella come Lady Godiva (questa non me la sono inventata, la dice lui nell' intervista ad Otto e Mezzo con Ferrara, che il Nostro ex-CCCP ringrazia e salamelecca in più occasioni):

GlF: Cavallo, il tuo odore penetrante è l' odore dello spirito fuso, quella nota di carne mancante tra le pieghe della mia vita, che tanto e tanto tempo abiurai per seguire un troppo umano, ancora troppo acerbo salmodiare.

Cavallo: (Prot). Mh. (Anf). Ma porc.

GlF: Niente sembra poter fermare il tuo traspirare, spirito sovrabbondante di umori terreni, oh cavallo.

Cavallo: Mi hai fatto correre senza sella per due ore e mezza. Ora sudo. Strano, no?

GlF: Il tuo essere è divino, cavallo.

Cavallo: L' adulazione non è un sedativo delle ghiandole sudoripare. E poi non sono sudato solo del mio sudore. Sento distintamente la chiazza di sudore che le tue chiappe mi hanno spiritualmente depositato sul garrese.

Glf: La luce di quest' alba spinge lo spirito verso altri lidi, lidi che gli occhi possono solo suggerire.

Cavallo: Non ci provare.

Glf: Orsù, partiamo, oh cavallo. Corri per me, ti prego.

Cavallo: Cristo. Tu non sei più Ferretti. Sei Vecchioni.

Ok, facciamo una cosa: Giovanni Lindo Ferretti non esiste più. Magari non è mai esistito. Magari riusciamo a convincerci che nei dischi dei CCCP e dei CSI cantava Maroccolo. Se riusciamo a convincerci che Pinelli si è buttato dalla finestra della questura da solo...

Però ero partito da una citazione: ci sarà la guerra. Perché sono partito da lì? Beh, i motivi sono principalmente questi due. Uno:



Due:



Il primo grafico, monitorante l' andamento della spesa militare globale negli ultimi anni è a cura del SIPRI [Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma]; il secondo, che riguarda la ripartizione delle spese militari tra le aree di interesse globali limitatamente all' anno 2008, è a cura dell' osservatorio Seeking Alpha.

A parte fare contento Artemisio, questi grafici starebbero a dire, senza mezzi termini, che -non essendoci la possibilità di una guerra fredda come negli anni '50, ci sarà probabilmente una guerra nient' affatto fredda. L' impero statunitense sta collassando, presto potrebbe esserci il default del dollaro. Anzi, alcuni analisti sostengono che il default del dollaro è oramai scontato, e servirebbe nientemeno che Mosé per separare il dollaro dal mare di merda in cui sta affondando.

Quando un colosso di questa portata spende il 48% (QUARANTOTTO!) della quota MONDIALE in armi, beh, in genere questo significa che non pensa di risolvere la questione con la morra.

Nel 2009 le spese sono aumentate ancora, e con un picco che ha pochi precedenti.

Ma siccome i vecchi hanno un po' troppo daffare a far sudare i cavalli (non si uccidono così anche i cavalli?), allora, prima di incorrere in equivoci generazionali, ve lo dicono umilmente i giovani:

Ci sarà la guerra. E nessuno farà nulla.

martedì 23 giugno 2009

IMPRESENZE

Alla svolta di millennio, il tempo è morto. Morta, del tempo, anche la narrazione. Si va verso i flussi, verso la teoria delle compresenze. Non c'è in-presenza, non è necessaria. Adombro qui -al contrario- un' impresenza e una compresenza, un' elenco di fenotipi, parte mostruosamente esistenti in via di immaginazione, altri esistiti che pure dall' immaginazione scivolano in storie troppo sottili per essere ricordate nella follia dei giorni.

Ah----->Non mi sento bene.

Ora vi spiego, ché son confuso anch' io. Il Kabbalista Jehuda Manohel non diceva niente del dopo duemila, forse perché aveva visto nei fondi di caffé che una donna sarebbe morta per aver provato a fare dell' autoerotismo con un martello pneumatico (è successo ieri in America); magari aveva pensato a un condimento troppo speziato delle sue Mezuzah dai risvolti allucinatori. Pur sapeva che una buona Mezuzoth è tale perché non si condisce, va'.
Stesse conclusioni per i Veda, che non avevo allungato l' occhio fino alla quarta età di Regno delle stirpi Indo-Ariane, ritenendole forse troppo propense ad acquistare carte da gioco giapponesi e bambolette di propilene che ruttano e petano se gli schiacci il ventre, tutte disposte nell' atto mimetico di un sorriso sugli scaffali di giganteschi centri commerciali pieni di scritte Tagalog. Il futuro, nelle loro visioni trascendenti, doveva essergli sembrato confuso.
Per non parlare degli alchimisti, dei fratelli astronomi del sole, dei cercatori d' oro della stirpe favolistica dei Rosenkreutz; o i liberi muratori maltesi de La Valletta, ancora a decifrare quelle poche righe lasciate dai cavalieri teutonici non così tanto tempo fa. Costoro, conservatori e nostalgici, non potevano immaginare che gli architetti avrebbero un giorno eretto nient' altro che peni, peni di vetro e acciaio, tanto per star sicuri che qualcosa di eretto durasse più dei templi del passato, che ai loro occhi sarebbe sembrato nient' altro che un' esperimento barzotto.
Quindi ho pensato di elencarvi ciò che questi mistici temevano. Questi fenotipi si sono infine manifestati, e non in demonologia come essi speravano, ma in pusillanime sottorealtà. Per questo i grandi mistici non parlano granché del 2000 . Ne parlano solo i Maya perché si erano intestarditi sull' elettromagnetismo, ma già sapevano che i posteri, con la loro somma intelligenza, avrebbero attribuito il tutto a una razza aliena di colore verde, con magari dei tentacoli e una forte propensione a costruire, chissà perché, delle pistole laser.


Ecco alcune immagini che potreste, forse, vedere oggi. O domani.

1)Un despota senza capelli, con gli occhi tubeoridi, che si sciacqua i testicoli con il latte materno.

2)Delle prostitute che fanno sesso solo per soldi.

3)Ritrattisti che dipingono una foto.

4)Dentisti col sangue nei capelli.

5)Uomini che corrono. Perché? Perché è tardi.

6)Uomini che si fermano, perché non c'è niente da fare.

7)Donne che partoriscono senza dolore.

8)Uomini che lavorano senza sudore.

9)Sacerdoti del linguaggio macchina.

9b)Divinità scritte in Word.

10)Una guerra senza armi, ma con tutti i morti.



Cose che non vedrete più:

1)Il Maestro di Malamocco, seduto su una veranda di Buenos Aires, che si addormenta mentre disegna il solito gabbiano, svogliato obliquo a pochi passi dall' orizzonte.

2)Il cantastorie di Via Pré, che bussa alle porte di un albergo, alle cinque di mattina, e girda: "Tutti giù per il sorteggio". Non c' era nessun sorteggio.

3)L' anarchico dell' Est, rifugiarsi sulle spiaggie del Regno di Sardegna. La gente gli portava il pane, come era usanza con i briganti.

4)Misha che scrive una lettera al compagno Dugasvili, e gli chiede se per favore, può lavorare in teatro, per favore, anche per poco.

5)Victor che muore troppo forte, con la mani rotte, per dare un testo alle mie ninne nanne.

6)Lo sciamano figlio d' indiani e schiavi, che un giorno gira il suo strumento, e con lui la musica del mondo.

7)Una tribù senza uniforme.


Sono solo alcune. Possono bastare, per oggi.
Non vorrei mettervi tristezza. Questo per dire che oggi non mi sentivo tanto bene, che il duemila è un giorno qualsiasi, che oggi ho il sentimento di una certezza, che gli dei se ne siano andati e mi abbiano lasciato qui.

Per giocare.

giovedì 18 giugno 2009

CHAZ FUCKS CHER - BUY NOW!

L' altro giorno mi sono imbattuto in un' ANSA particolarmente curiosa: la figlia di Cher e Sonny Bono ha deciso di diventare un uomo. Ho detto: caspita. Non ho detto "cazzo" per ovvi motivi. Quindi mi è venuta una curiosità: andiamo a vedere questa figlia di Cher e Sonny Bono. Solo l' idea di una figlia di Cher e Sonny Bono mi faceva suonare un organetto pazzo tra le pareti della testa come quella volta che seppi che gli scienziati avevano ibridato una mummia fenicia con una tigre e un lactobaicillus casei e avevano ottenuto una madre di Alessia Marcuzzi striata che faceva le fusa e defecava fecalomi cilindricamente irreprensibili. Ma dicevamo: la figlia di Cher e Sonny Bono. Eccola.


Lungi da me fare battute sulle persone brutte. Però, volendo essere oggettivi, a costo di sembrare un po' smaliziato, ho pensato che non ci fosse bisogno di tutto questo clamore. Voglio dire, se vuoi diventare uomo da questa base di partenza, beh.

Lèvati gli orecchini.

Comunque, l' altro scherzo del destino, su cui non voglio infierire (lo sto facendo? Dannazione! Ma giuro che non vorrei), e che quei due cretini dei genitori hanno chiamato la figlio... ecco...

L' hanno chiamata Chastity.

Come se Ferrara avesse chiamato il figlio Pallante. Insomma, cose così.

L' avessero chiamata "Dykey" sarebbero stati più cortesi. Lei ha deciso di farsi chiamare "Chaz", d' ora in poi.

Viste le ultime critiche piovute su Qualcosa Del Genere a causa di un suo post sul mondo omosessuale, volevo rassicurare tutti sul fatto che nascere rospa, piena di ormoni maschili, da una madre che è la parodia di Amenotep IV e un padre che è la versione intonata di Lucky Luciano, per poi decidere di farsi levare le tette e impiantere un uccello, beh, ai miei occhi non è nient' altro che una catena di atti consequenziali voluti da un destino un po' burlone.

Quindi, questo post, non parla di bruttezza, né di omosessualità, né di impiantarsi un nuovo cazzo, cosa che peraltro farei immediatamente, se nel mio pube ci fosse spazio abbastanza.

Questo post parla del fatto che mi piacerebbe vedere "Chaz" che si vendica e sodomizza Cher. E mi piacerebbe possederne i diritti.

Si, ecco. Di questo, parla.

domenica 14 giugno 2009

PILLOLE: Joshua Ungaretti

Storia della poesia:

"Si sta come d' autunno
Sugli alberi
Le foglie"

Attualità della poesia:

"Mi sparano il culo: Mi sono appena
Cacato
Addosso"

martedì 9 giugno 2009

SPRIMACCIARE UN GUFO - Appunti sull' epica naturale

Ringraziando la Fastweb per questi quattro giorni di assenza dalla rete in cui ho avuto grandiose idee che sono andate perdute nel tempo come Rutger Hauer nella pioggia, mi accingo a pubblicare quelle pessime che mi sono venute in mente da quando ho riottenuto la mia connesione.

Ma prima qualche dettaglio:
-2 ore alle poste una PRIMA volta.
-1 ora al call center una PRIMA volta.
-45 minuti al call center una SECONDA volta.
-3 ore e mezza alle poste una SECONDA volta.
-232.18 euro totali spesi.

Grazie, Fastweb. A buon rendere. Chissà che il Wi-Max, un giorno, non riesca nella ridanciana impresa di buttare sul lastrico tutti i tuoi dirigenti, i tuoi quadri amministrativi e tutti (tutti, anche le mamme incinte) i tuoi dipendenti. E chissà che la moto di Valentino Rossi non si schianti a 350 allora contro Paolo Cevoli, causando in entrambi un transfert anamorfico tale da renderli indistinguibili da un piatto di Chili.

Chissà.

Ma veniamo a cose meno serie. La tortura sugli animali, per esempio. Mi è capitato di vedere un documentario pro-vegan dal titolo Earthlings, che trovate comodamente scaricabile da E-mule, il cui intento è ampiamente riassumibile in "smettila di mangiare carne e lascia in pace gli animali malefico pezzo di merda". Ora, per me uno dei più grossi misteri è perché oramai gli anarchici siano tutti vegan o perché l' anarchismo sia considerato (almeno nelle affissioni capitoline) inscindibile dal veganesimo. Ho visto questo documentario con l' ottica "vediamo dove va a parare".
Niente. Non va a parare da nessuna altra parte che non sia già chiara dalle premesse. Se mangi carne, compri scarpe o vestiti in pelle (o peggio, pellicce), sei vai al circo, se non salvi i randagi, se non frapponi il tuo corpo tra una balena e un arpione giapponese sei evidentemente un gigantesco pezzo di merda.
Da conclamato, autoindulgente ed edonistico carnivoro quale sono, ci posso stare. Davvero. Non muovo obiezioni particolari agli "integralisti" di questa forma. Mi trovo, paradossalmente, d' accordo. O tutto o niente. Così come avevo espresso riprovazione verso gli animalisti, così invece le loro frange guerrigliere ma non-violente mi danno una certa soddisfazione. Se sei contro qualcosa, se ti urta e ti disgusta, indulgere per buon costume o limitarti a un' opposizione da PD è un atto empio.

Il documentario Earthlings mostra cose che solo due categorie di persone potrebbero vedere con piacere:

1)I Sadici psicopatici.
2)Gli psicopatici sadici.


Vale a dire che in teoria IO sarei il pubblico di destinazione ideale. Ma invece no. Il sadismo sugli animali è un' atto di dichiarata potenza compiuto sotto l' effetto di una sbornia d' impotenza. Quindi, uno dei meccanismi più contorti di questa specie. Io voglio bene agli animali. E questo, anche se a un vegano sembrerà strano, avviene sia quando li accarezzo sia quando li mastico.
Il documentario mostra nel dettaglio come si possa friggere un Visone infilandogli una sonda elettrica anale, squartare per dieci minuti una mucca viva e cosciente col machete , scuoiare vivo un cane a mani nude (China, of course, so kind of those little yellow fellows), frantumare più e più volte il cranio di un babbuino lasciandolo però vivo, dissanguare un procione con le unghie, far venire a un maiale un tumore grosso come un altro maiale e così via. Cose, vi giuro, talmente crude, disumane e orribili che facevo fatica a masturbarmi.

(Really: se incontrassi di persona il tizio che ho visto inquadrato mentre strappa via la pelle da un cane vivo a mani nude, o quello che salta sulla testa dei cani randagi prima di buttarli nel tritatutto semivivi, li userei per farci un film ANCORA più interessante, che forse vorreste vedere ANCORA MENO di questo).

Sono purtroppo state tagliate in fase di montaggio altre pratiche non egualmente corrette ma più divertenti, come -per esempio- defenestrare un' antilope, spedire un criceto, rendere supersonico un pappagallo, sillabare un lepidottero, strizzare un polpo, genuflettere una tartaruga, mitigare una lontra, fischiettare una moffetta o sprimacciare un gufo.

(Già vedo la vostra perplessità: "Sprimacciare un gufo?". Vi viene in mente qualche animale che si impolveri tanto facilmente quanto un gufo? L' unico animale più polveroso di un gufo che non viene sprimacciato da molto tempo è un gufo che non è mai stato sprimacciato).

A parte le facezie: quello che viene mostrato è così orribile che ho avuto voglia di abbracciare Bruno Vespa.

Però, poi, mi è venuto un dubbio (si, lo so che di questo periodo è maleducazione, mais c' est la vie; anch' io vorrei avere un cervello pacificato dalla lobotomia, che non vada oltre lo scaricare le suonerie di Milva, ma mi è andata così e oramai sono in ballo).

L' uomo è un animale. Giusto? L' animale più schifoso, meschino e crudele. Ovvio. Io la penso così dall' 84. Quindi quello che ho visto mi ha fatto, sì, accapponare la pelle, ma non mi ha stupito. A quegli animali non viene fatto nulla che non sia stato fatto anche agli uomini (ricordate il dottor Mengele?). Mi direte che gli uomini se lo meritano e gli animali sono innocenti? Ovvio.

Ma gli animali sono innocenti, per lo più, perché NOI li crediamo innocenti. Cos' è "innocenza"?

Etimologicamente:
Innocenza: stato del NON-NUOCERE.

Beh. Scusate. La balena è un essere meraviglioso, è intelligentissimo, parla a 100 Km con le altre balene senza Voip e promozioni Vodafone e quello che volete. Ma se mi dà una codata in testa, mi sfrappa il cranio e io muoio. E me ne batto il cazzo che "non voleva". Ovvio che non voleva. Ma io sono -per dire- morto, il che vuol dire che la bestiolona mi ha nociuto. E assai.

Per non parlare dei grandi predatori carnivori (felini e altri), che se li incontrassimo affamati per strada state pur sicuri che nuocerebbero.

Cosa vuol dire questo? Che è giusto ammazzare gli animali? Tutt' altro. Io gradirei che questa razza si estinguesse (lo farà relativamente presto), perché tanto non ci capisce una sega di niente e fa solo danni (mettere al mondo Michele Cucuzza potrà sembrare secondario a voi, ma non a me).

Ma per favore, non si può levare un po' d' epica? Asciugarla? Per lo meno in questi ambiti?

Chi ha letto le Operette Morali di G. Leopardi (piano con le facili battute sui felini, potreste pentirvene un secondo dopo averle pensate), ricorderà il Dialogo della Natura e di un Islandese. In esso, il singor G. (quello più gobbo) ci ricorda che la Natura da MILIONI DI ANNI vessa e sfianca l' uomo tramite predatori, tempeste, maremoti, terremoti, uragani, spostamento dei continenti, carestie, freddo, caldo, zanzare e Vincenzo Mollica. Per poi ucciderlo. E l' uomo, ricordatelo, è anche l' unico animale vendicativo. Molto vendicativo. Ci può stare che il suo cervellino sempiternae terrorizzato decida di sottomettere la natura (sottomettere la natura, poi; che risate; la Natura non muore, non è una razza e non possiamo neanche farle un taglietto sul piede; la Natura appena le gira ci fa un culo così), mettendo le mani avanti e facendo così finta che Ella non sia più un problema.

E poi: noi siamo natura? Perché se noi siamo natura, casca l' asino (ho dimenticato di citare il cascamento d' asino tra i giochini di cui sopra).

Quindi tenetevi forte, anzi, fortiori:

-La natura non ha un piano. E' per questo che l' uomo, che ha sentito questa verità da incubo nel suo sistema limbico ma non l' ha mai ammessa, vuole sempre avere un piano (se si fa eccezione per l' Italia). In fondo, vuole fare sempre "piani" proprio perché sa che la natura (a cui infine ha preferito questo "Dio", che Durkheim già credeva essere nient' altro che "la comunità sotto mentite spoglie", quindi l' incarnazione del desiderio dell' uomo a salvarsi dalla Natura stessa, di cui Dio sarebbe nient' altro che il boss ante-litteram) non ha nessun piano, e lui -il furbone- pensa di poter fottere la sua Nemica di sempre, colei che lo condanna a morte, organizzando assieme tutte le sue geniali trovate. Se così non fosse starebbe, immortale, sul divano, fiducioso che il piano di Dio stia andando a gonfie vele e si stapperebbe una eterna Nastro Azzurro. Finché avremo un "piano"/un "plot"/una scenggiatura per raccontare l' uomo a sé stesso, l' uomo sarà SEMPRE avversario guerrafondaio di tutta la natura che esula da sé stesso -e trasponendo lo stesso fenomeno su scala antropologico-sociale, avremo le guerre umane, da sempre finalizzate al dominio delle risorse. Il Furbone ucciderà sé stesso, gli animali, e se lo riterrà necessario farà saltare in aria questo pianeta perché l' HA VISTO PRIMA LUI (gnegné).

L' uomo ha iniziato ad ammazzare gli animali perché doveva, si dice. Sarebbe altrettanto interessante metterla così: l' uomo ha inziato ad ammazzare gli animali appena poteva, tramite la coesione sociale. Ora può massimamente, e massimamente esegue. Inutile sperare che un ricatto morale funga da pungolo quando la morale vigente contiene in sé stessa il ricatto in forma di assoluzione plenaria (o così o va tutto per aria, è la difesa di Norimberga del caso).

Un documentario del genere è un' epica anch' essa, e per questo non mi convince, perché un' epica sana fa vivere il simbolo, mentre questa lo supera e lo ignora sulla strada della moralità. Un' anti epica -quindi- che si crogiola nel cristianissimo disgusto di sé stessi secondo il criterio di una morale eteronoma, che viene però più dalle astrazioni che non dalla vita. Non ha peraltro l' ironia necessaria a cogliere l' uomo di spalle mentre nega la propria miseria. Anzi, rischia di fomentare una rivendicazione delle miseria come unica dimensione della sussistenza. Diceva Karl Kraus nel 1908 o giù di lì:

"Omne animal triste. Questa è la morale Cristiana. Ma anch' essa soltanto post, non propter hoc"

Altro cortocircuito etimologico che rivela chi siamo: "Triste" in latino significava malvagio, cattivo. L' antinomia innescata dalla morale cristiana, nel tempo, ha trasformato questa parola in qualcosa che richiama la depressione, opponendole infine, come una punizione, la "felicitas" in luogo dell' originaria "pietas" (si torna a GiLeopardi). Triste fu l' uomo che non aveva accesso alla pietà. Triste è oggi qualcuno che non ha sufficiente accesso all' arroganza. Questa è la pochezza che inebria i miei nemici.

I greci sapevano che questo motore dedito alla frattura col circostante non poteva sussitere se non col riprodurre le proprie defezioni. La dimenticanza, l' oblio, la caduta nell' apeiròn sono il destino dell' uomo che ruppe il ciclo naturale con la sua stessa venuta senziente al mondo.

"Tutti gli esseri devono, secondo l' ordine del tempo, pagare il fio della loro ingiustizia"
Anassimandro, VI sec. a.C.


P.S. : Ovviamente Berlusconi eviterà l' apeiròn con un provvedimento apposito.

martedì 2 giugno 2009

CORPORATE LITTLE BITCHES

Come avevo promesso tempo fa (in un mio scritto contenuto nel Nuovo Testamento,) metto finalmente a vostra disposizione la mio ultimo tentativo di unire la disposizione critica dello scrittore di elzeviri al virus ebola e a un cane che ha mangiato del vetro. Il riusultato è l' ennesimo capitolo della ormai -quasi saga- "Orrori Italiani", pubblicato sull' ormai VENTITREESIMO numero dell' irrinunciabile e irrefrenabile Novamuzique.net.

Stavolta, scartati Don Backy per motivi anagrafici (Demostene lo dà per morto nella battaglia contro Artaserse), i Finley per motivi anagrafici (sono nati ieri - nel mio personale SunTzuismo voglio aspettare di vederli servire delle pizze a Rimini) e i Pooh per motivi anagrafici (non capisco il sumero) ho deciso di dedicarmi a un format televisivo famoso nel mondo per non essere poi così famoso nel mondo. Si tratta di X-Factor.

Non avendo mai voluto assistere a una sola puntata di questo manifesto dell'' horror vacui, ho ricostruito le mie osservazioni sulla base del nostro amico YouTube. E per non capitombolare off-topic, mi sono concentrato su alcune dinamiche strutturali del programma, sulla filosofia di mercato, sul "servizio pubblico"/"intrattenimento pubblico" e soprattutto su questi quattro cretini:


Pubblicare una loro foto (questa, poi) prima della trattazione può sembrare un atto impietoso. Ma per fortuna, non è tanto impietoso quanto la trattazione stessa. Quindi, vi auguro buona lettura con

X FACTOR - CORPORATE LITTLE BITCHES

Difensori di X-Factor (esistete?), siete invitati a portare le vostre argomentazioni e obiezioni, in modo da creare un costruttivo clima di scambio e di confronto che è vitale e necessario per le democrazie contemporanee. O almeno così c'è scritto sul programma dell' UDC.
No, seriamente: non vedo l' ora di tentare nuovamente di trovare argomentazioni razionali per rispondere alle vostre superficiali stupidaggini.

Un bacio.