martedì 26 gennaio 2010

FRATTALI-E

Siccome anche ai vulcani capita di lapillare giù e poi sgonfiarsi, mi pare chiaro che si possa abbandonare momentaneamente un blog in virtù di forze maggiori. Cosa che però dileguerebbe l'impegno che le parole che scrivo hanno preso con me.
Non essendoci satira politica da fare perché la stagione si trascina nel buio come una vecchia zingara picchiata da una sinfonia di Mahler mentre gli ascoltatori si masturbano, e mancando inoltre quella umana, poiché in questo momento la res supera la capacità della mia satira di farsi volontà dialettica (è un momento passeggero, presto tornerò a estirpare condilomi dall'inguine del tempo), ecco che vi dovrete accontentare -gente fortunata- di queste frattaglie narratologiche. Sono spunti giustapposti e variegati, selezionati secondo un criterio che risulterà arbitrario a chiunque non abbia un cuore.

A) 23/05/2007. Appunti per Kerosenectute quando Kerosenectute doveva essere un'altra cosa:
-Da uno sparuto gruppo di giovini parte un movimento di rivoluzione violenta e circolare contro le persone di età inoltrata. Il movimento è un movimento artistico -sicuramente ferale- che poi si diffonde come olio sull'Europa per via politica. E viceversa. Tra gli obblighi del Nouveau Regìme (KS) che si viene così a creare, vi è quello di darsi la "buona morte" una volta raggiunti i quarant'anni d'età. Conseguenze:
-Eliminazione del reato di pedofilia
-Spinta alla procreazione accelerata
-Eliminazione del concetto di terza età (Ci sono solo due età: Prima Et Secunda)
-Accelerazione dell'oblio *e* del mondo

B)Storia d'amore (c'è sempre in mezzo una storia d'amore, onnò?): Può inerire? Forse al bar.

Lui: Ciao. Ti posso offrire qualcosa?
Lei: Non sono pratica, sono solo un'alcolizzata. Cosa consigli?
Lui: Un Reichstag.
Lei: Cos'è?
Lui: Un cocktail. Non so bene cosa ci sia dentro, ma l'ultima volta mi sono svegliato in una stalla e stavo tentando di licenziare dei vitelli.
Lei: Interessante.
Lui: Inoltre ti dilata i corpi cavernosi e i tessuti molli. Quindi non ti sorprendere se le tue grandi labbra iniziano ad applaudire come nacchere.
Lei: Questa discussione mi ha messo voglia di annusarti. Una persona come te ridesta in me i miei migliori pregiudizi.
Lui: Facciamo sesso? La mia lingua è un diesel.
Lei: Uhm. Qualcosa di te non mi convince.
Lui: Dimmi pure, sto oliando il mio perineo.
Lei: L'assenza di criteri organicamente artistici nella selezione di ipotetiche -e tuttalpiù potenziali- scale di realizzazione sessuale. Per esempio: ti piace Mondrian?
Lui: Solo se è una questione di simpatia. E comunque sarei per il figurativo.
Lei: Casa mia può andare?
Lui: Sempre che non sia orizzontale.

C) Oh, già, la satira politica, il numero 3. Giusto, scusate. Mi schiarisco la voce:

Notavo questo: nonostante il parlare di classi sia, in questa congerie di tempi presenti, un passatempo da giornalisti con probabili baffi probabilmente troppo lunghi, nondimeno possiamo trascurare il fatto che, se la classe operaia è scomparsa anche dal postribolo della morale, una Borghesia inconsapevole e sconfitta -che si arroga senza saperlo perfino il diritto all'obitorio- riesce invece a vivere in sala da pranzo il suo momento di massimo buio.

A, bi, ci.

venerdì 8 gennaio 2010

Dai Diari Ritrovati di un Esponente democratico Occidentale

10 Dicembre: Solo. terribilmente solo. Talmente solo che è inutile accendere lo stereo perché le vibrazioni sonore cascano tutte sul pavimento. Oggi sono andato alla prima riunione del direttivo. Presenti: nessuno. Ordine del giorno: strategie d'uscita. Mozioni approvate: birra piccola.

18 Dicembre: Eccitato. Mi hanno promesso un rinfresco.

19 Dicembre: Il rinfresco era vuoto.

24 Dicembre: Vigilia di Natale. Ho chiamato mia madre, ma dava sempre occupato. Ho chiamato mio padre e mi ha detto:
"Tua madre è qui. Pur di non parlarti ha chiamato Polito e si sta facendo raccontare quella della suora che si fa i tagli sulle guance".
"Papà, ho bisogno di civile appoggio e mutua collaborazione".
"Che ne pensa Adinolfi?"
"Non lo so, è lì che gioca a scacchi contro il muro".
"Stammi bene figlio. E smettila di mangiare quel pollo. Dio mio, è un anno che mangi quel pollo".
"Me l'ha consigliato lo psicanalista. Dice che mi aiuta a liberarmi del mio odio per te".
"Stammi bene".
"Ti odio".

25 dicembre: Simmenthal e fagioli. La vicina di casa mi ha regalato dell'uvetta. Poi è venuta in bagno a riprendersela.

29 Dicembre: Leggo Pietro Ingrao ad alta voce. La thailandese mi caccia dal letto per fare entrare un cliente a detta sua "meno morboso".

29 dicembre, più tardi: Mi fermo a piangere fuori dal centro massaggi. Non faccio in tempo a finire che entra il cliente successivo, Paola Binetti.

30 Dicembre: Ho dei problemi non indifferenti. La psicanalista mi ha assicurato che la mia convinzione che i baffi siano opera del demonio deriva da un'educazione politica che ha più in comune con la corrente dorotea della DC che con Nikita Kruscev, come invece sospettavo. Analizzare. Respiro profondamente. Tento di non pensare al pollo.

30 dicembre, poco dopo: Leccandomi le labbra e spezzando le ormai consunte cartilagini della vecchia bestia coi canini, piango come un lattante, mi accarezzo il pelo pubico e adatto un'Ave Maria di modo da ottenere il dono del pollo eterno.

31 dicembre: E' il giorno in cui mi masturbo meglio, di solito. Ma oggi mi è successa una cosa strana. Ero come al solito sul divano, che facevo finta di accarezzarmi con la mano di Concita De Gregorio. Tutto andava bene, come ogni giorno, finché lei di colpo non si è alzata di scatto gridando "Aliquid pro aliquo!" ed è saltata con la vagina sul pollo, infilandoselo quasi tutto dentro. Solo una tetra zampa verdognola spuntava neghittosa dal monte di Venere della mia fantasia favorita. Ho creduto di morire. Ho urlato, ma invece di urlare ho sorriso, e invece di sorridere ho chiamato compulsivamente Scalfarotto e gli ho detto che gli davo dieci euro se mi permetteva di fargli un raspone. Anticipare la seduta.

31 dicembre, mezzanotte: Auguri, cane.

2 gennaio: Il cane è morto. Evidentemente non va lavato in quel modo. Sono ancora più solo. Sento degli uccelli cinguettare, ma scopro che sono le mie ginocchia.

3 gennaio: Nel Lazio mandiamo la Bonino contro la Polverini. credo sia perché Emma ha visto tanti massacri coi suoi stessi occhi ed è una donna che ha lo stomaco. Bisogna stare attenti che anche la destra ha donne con lo stomaco. Come la Carfagna.

4 gennaio: Riunione definitiva per decidere le alleanze locali. Il dibattito è accesissimo, io sono uno dei migliori. Sono carico. Schivo, defletto, metto in minoranza, mi alleo, ostento, estendo, garrisco, mi assottiglio, schivo, fendo, arzigogolo, argomento, reifico, rimando, rilancio, intesso. Dopo un'ora tutti mi odiano e vengo cacciato. Un falegname in cassintegrazione ordinaria mi caca sulla tessera dopo averla strappata. Un membro dell'UDC mi stringe la mano e mi dichiara la sua infinita pietà.

7 gennaio: Questa è la mia ultima nota su questo Diario. Quando avrò mangiato anche la testa di questo pollo -tutto ciò che ne rimane-, sarò morto.
Papà, ho tentato di seguire le tue orme. Svoltavano sempre da qualche parte. Ci ho messo troppo a capire che tentavi di seminarmi. Ti direi che ti odio, ma sono certo che aumentare la tua autostima non sia un contrappeso sufficiente a quello che mi hai fatto. Ti lascio i bigattini che si formeranno nel mio corpo.
Mamma, ti ho voluto bene, ma probabilmente era solo il braccio di un cromosoma.
Concita, la tua fica mi seguirà all'inferno.
Ivan, non sei venuto. Rivoglio i miei dieci euro.

Amici, compagni, fratelli: addio.

Non vi ho voluto tanto bene, ma neanche vi ho odiato così tanto. Mi avete fatto schifo, ma anche senso.
Mi avete deliziato perché eravamo proprio carini assieme, così sfrontati nel fregarci per la fila davanti al bagno e così teneri nel baciarci l'ombelico. No, no. Non vi odio, non vi amo, non vi rimprovero, non vi disconosco, non vi obietto, non vi osteggio, non vi infiltro. Me ne vado per sempre per non svilirvi la mozione. Questa slancio p(o)etico fa schifo.
Ma abbiate pazienza, fu solo l'arte delle giuste misure.

domenica 3 gennaio 2010

BUON ANNO, TANTO E' L'ULTIMO

Il disordine si accalca, ma i resistenti sono costretti a nicchiare in un angolo, perché ha un papillon. Nella città dei fiori -disse chi lo vide passare- che forse aveva bevuto troppo, ma per lui era normale.

Certo che sto parlando di Povia.

Se fossi un illuso, direi che si tratta di Satana. Invece credo sinceramente che sia solo una sua malriuscita, viscida e micragnosa catàbasi rettiliana. Mi ricordo la gioia di quando lessi le sue parole "Mi sento un provocatore, va bene così": finalmente avevo trovato il Minotauro. Purtroppo il Minotauro era sull'affresco, e sotto ci dormiva una puerpera carmelitana con il collare borchiato troppo stretto e un prolasso dell'utero.

Sui vocalizzi dei bambini non mi esprimo, che praticamente citerei Sade. Ma non so se abbiate poi davvero sentito con attenzione questa cosa:



Il testo, se così è possible chiamare questo maestoso arabescarsi di stronzate, sarebbe questo. Vediamo insieme di analizzarlo secondo i precetti della linguistica anamorfica (non andate a cercare anamorfica su wikipedia, non è quella):

"Vorrei avere il becco
[Si, Darwin, certo, come no. La selezione. Certo]
Per accontentarmi delle briciole
[Invece purtroppo sei costretto a intascarti i soldi per i poveri bambini negri. Si vede ch'era destino]
Concentrato e molto attento
[Non avevo dubbi]
Si, ma con la testa fra le nuvole
[Li avevo]
Capire i sentimenti quando nascono e quando muoiono
[Prova a chiamare Giacobbo]
Perciò vorrei avere i sensi per sentire il pericolo
[Buono a sapersi. Vado ad accendere il motore]
Se tutti quanti lo sanno ma hanno paura che l'amore è un inganno
[Anche voi non avete idea di cosa tutti quanti sanno? Mandatemi una mail]
Oh, ce l'ha fatta mia nonna per 50 anni con mio nonno in campagna
[Mica cazzi]
Più o meno come fa un piccione
[Ovviamente]
Lo so che e brutto il paragone
[Non ti buttare giù così]
Però vivrei con l'emozione
Di dare fiducia a chi mi tira il pane
[Si chiamano servi]
Più o meno come fa un piccione l'amore sopra il cornicione
[Si scoperebbe anche il Duca di Avignone su di un tetto. E' un peperino]
Ti starei vicino nei momenti di crisi
[Mica mangio solo pane, prendo anche gli indennizzi della previdenza sociale]
E lontano quando me lo chiedi
[Guardo l'orologio]
Dimmi che ci credi e che ti fidi
[Delenda Cartagho]
Un giorno avevo il vento che mi accompagnava su una tegola
[Se fai così mi distraggo]
A volte sono solo e mi spavento, cosa cì fanno due piccioni in una favola?
[Vomitano]
Se tutti quanti lo sanno ma hanno paura che l'amore è un inganno
[Questa particolare forma verbale si chiama indicativo eufonico]
Oh, me l'ha detto mia nonna
[Quella traditrice della razza umana]
«Lo sai quante volte non pensavo a tuo nonno?»
[Adesso me le dice tutte. Una per una]
Più o meno come fa un piccione
[Volatili non particolarmente interessati a bipedi ottuagenari. Che sciocco a non averci pensato prima]
E mica come le persone che a causa dei particolari
Mandano per aria sogni e grandi amori
[Il diavolo è nei particolari, ma dopo questo verso si è dimesso]
Camminerò come un piccione a piedi nudi sull'asfalto
[A scuola la similitudine si impara dopo la parola "zampe"]
Chi guida crede che mi mette sotto
[Ma te giela farebbi vedere, ahò, porcoddio, sti stronzi! Annamo ar baretto dei lazziali che ve racconto]
Ma io con un salto all'ultimo momento volerò
[Quelle pizze che vedete in strada stanno solo dormendo]
Ma non troppo in alto
[Massimo un metro, infatti, poi c'è l'impatto e poi ancora lo spazzino]
Perché il segreto è volare basso
[Vedo già il nuovo manuale di autoaiuto Mondadori prendere le stampe]
E un piccione vola basso
[Ci leggo un po' di gelosia]
Ma è per questo che ti fa un dispetto
[Si, cacano per esprit de liberté postmoderno. L'ho sempre sospettato anch'io]
Ma è per questo che anche io non lo sopporto
[Ve lo volevo dire tra i denti]
Noi però alla fine resteremo insieme
[Reductio ad passeram. Prendete pagina 1]
Più o meno come fa un piccione
[Ma un po' tutti i pluricellulari si dilettano in questa cosa di scindersi. Non ne farei una questione personale]
L'amore sopra il cornicione
[Massì, sbilànciati]
Ti starò vicino nei momenti di crisi
[Tipo quando le sei vicino]
E lontano quando me lo chiedi
[Spero che in questa cartiera abbiano abbastanza moduli]
Dimmi che ci credi
[Mi sa che mi tocca]
Ci sveglieremo la mattina, due cuori sotto una campana"
[Grazie a Dio c'è la messa]

Non bastando questo fantastico strumento di tortura, Povia ha avuto un idea.

Disseppellire il cadavere di Eluana Englaro e ficcarglielo in bocca.

Se volete rileggere male la frase, allora c'è Povia che il cadavere di Eluana lo infila nella bocca del papa. Se invece siete necrofili, giù le mani dal pacco che fate schifo.

Ah, buon anno.