sabato 8 gennaio 2011

Duemila più il numero che cazzo vi pare

E dunque meno uno alla fine del mondo, stando a quello che i Maya hanno confidato a Paolo Fox in quel sogno a base di vaselina e minorenni con una precoce lue primaria.
Curare un blog è un'impresa sempre più ardita e donchisciottesca; lo è al punto che ho smesso momentaneamente di scrivere con continuità perché anche la mia tastiera si stava annoiando. Le reti sociali hanno preso il sopravvento, e pare che nel 2011 non avremo di meglio da fare che fare i dovuti complimenti a qualche vegliardo parafederalista, annaspare alla ricerca di un libro ormai da troppo tempo perso, scopare con sconosciuti dalla sempre più dubbia identità sessuale e rimanere sempre più perplessi nello sforzo di dare un senso ai titoli dei giornali on-line.

In tutto questo io me la passo bene. Sono circondato, come alcuni di voi percepiranno, da un coacervo mortale di balbettii dementi, di sentimentalizzazione delle stringhe di caratteri e da un continuo rumore di ohm che promana dagli inguini inviperiti di psicotici da cul de sac che annaspano alla ricerca di una sacca di banale resistenza, trovandosi per lo più terrorizzati di fronte al solenne rimbombo che il più misero dei pensieri crea nella loro scatola cranica.

Io?

Ho visto la chiesa dove fu incoronato Barbarossa, ho bevuto birre trappiste, ho riso in maniera vorticosa, ho perfino ricominciato a gioire e ho rimesso la maschera in faccia alla morte rossa, che tanto ormai dovrebbe aver fatto giù delle primarie ed essersi tramutata in un virus a vocazione maggioritaria.

Se vi dicessi il motivo per cui posso dire che sono felice, mi prendereste per pazzo.

Intendo, *più* pazzo.

Ma essendo questo un blog, tutto ciò non riguarda voi. Voi dovreste, mia umile opinione, limitarvi ad esistere con un certo stile, schivando i colpi e aspettando che l'esistente si fratturi nel punto esatto in un cui scaturisce la scintilla.
Non sono dei veri e propri auguri, anche se potrebber sembrare: sono dei consigli. Dopo averli messi a vostra disposizione, potrò tornare al mio compito più umile e consueto, che è quello di inventarvi inquietudini, aprirvi una risata verdognola sulla giugulare e farvi venire voglia di fare sesso con animali morti.

Per quello che riguarda la satira e/o l'umorismo, momentaneamente ho da fare per altri lidi. Cosa sta succedendo lo vedete tutti.

Muoiono le persone sbagliate, sopravvivono le persone sbagliate, governano le persone sbagliate, parlano le persone sbagliate.
La vostra stufa e triste tranquillità, la vostra volgarità semplice e genuina, oh cives, è la peggiore coltellata che mai mi potreste dare. Inutile dire che ne sferrate a dozzine, quotidianamente.

Quindi non so bene cosa dirvi, diciamo che voglio chiudere questo post più o meno qui, ricordandovi che come siamo messi e cosa ci aspetta ve l'aveva già detto il principe all'alba di questa ultima frazione di secolo, una trentina d'anni fa.

Ma tanto lo sapete benissimo che c'è in mezzo al mare una donna bianca.
Così come sapete che il capitano continua a dire al mozzo di bordo che non vede niente.

C'è solo un po' di nebbia, che annuncia il sole.

Andiamo avanti tranquillamente.