Con quale gioia io mi accinga a farvi un ritratto del libro di Mauro Zucconi, in web Chinaski 77, lo sa solo Mauro Zucconi.
Pochi giorni fa ho terminato la lettura del libro d' esordio di Chinaski, ("Ristorantopoli", appunto) e ho finalmente il materiale grezzo per fornire a tutta la rete le osservazioni più interessanti e pertinenti ad esso ascrivibili ora e in futuro, pur ammettendo che se Giuliano Ferrara vorrà dire la sua, potrà farlo, ma non sarà mai puntuale quanto me. Primo, per un conflitto d' interesse tra lui e i ristoranti -che sono appunto il tema-pretesto del libro- e secondo perché è una palla di merda.
Scrivo queste righe sotto effetto di una sostanza probabilmente confenzionata in nordafrica in assenza di condizioni igieniche minime e in stretta inosservanza della legge 626, quindi prego perdonare alcune leggerezze, come l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza di un rigido controllo di ricorrezione del testo.
Il libro è qui tra le mie mani, ora (o meglio, accanto, visto che sto scrivendo) e ha un' aria preoccupata e accigliata. Teme forse una stroncatura o qualche commento stupido. Va là, libro. Lo rassicuro eliminandogli e carezzandogli l' orecchietta segnalibro di pagina 64 la cui piccola diagonale ancora si intravvede.
E' un caro libro, questo. Molto garbato, molto suadente, per nulla spocchioso e molto colloquiale. E' scritto con uno stile che sta tra quello di Mauro Zucconi e quello di Chinaski, anche se i maligni (e quelli che hanno letto anche almeno un altro libro oltre quello di Chinaski -che è Mauro Zucconi, e credo valga anche al contrario) ci rivedranno un po' di quel David Foster Wallace dei reportage ("A supposedly fun thing I'll Never Do Again", per esempio) che tanto ha segnato la cultura Avant-Pop (prima dell' arrivo di Enrico Silvestrin, ovviamente).
E' un libro vivo (stai fermo almeno mentre ti recensisco, cazzo), pieno di informazioni e massime universali, pieno di luoghi comuni e non comuni magistralmente inquisiti come dal miglior Di Pietro (ma con in più la grammatica italiana), pieno di glossolalìe, blaberoglicemi, tecnoclassicismi, veterocomunismi mai rimpianti, pieno di anafore, chiasmi, sinèddochi(e), pieno di antirevisionismo, di qualunquismo innobile, di feticismo esistenziale, ed ora che ci penso è pieno di segni grafici e di fonemi. Vi è anche una discreta quantità di note a piè di pagina [nelle quali i maligni rivedranno forse un po' di quel David Foster Wallace dei reportage ("A supposedly fun thing I'll Never Do Again", per esempio) che tanto ha segnato la cultura Avant-Pop (prima dell' arrivo di Simona Ventura, ovviamente)].
E' un libro quindi per tutta la famiglia, che in sé ha solo di buono da dire al mondo, e credo possa a buon diritto essere considerato il seguito della Divina Commedia o di quel libro che non finisce, o se finisce nessuno è arrivato vivo per raccontarlo, quello che ha scritto Proust, per capirci.
Ma c'è, ebbene sì, cè una nota dolente. Molto dolente, in effetti. E' qualcosa che non ha precedenti nell' editoria italiana o mondiale, e che farebbe impallidire un beta test eventualmente eseguito da Gutemberg: la linea divisoria del piè di pagina.
Questa linea, apposta per separare il testo corpo pagina dalle note a piè di pagina, è in assoluto la linea più cretina che abbia mai visto. E' una linea goffa, stupida, vuota di significato (se ne accorgerebbe anche Luca Laurenti), della lunghezza sbagliata ed è IN GRASSETTO e praticamente APPICCICATA alle parole del corpo testo che la sovrastano, finendo a fungere -dal punto di vista oftalmometrico ed ermeneutico- da SOTTOLINEATURA per gruppi di parole a caso, le quali si trovano istantaneamente ad assumere una ingiustificata e antidemocratica rilevanza rispetto ad altre parole appartenti allo stesso periodo, spesso più valide sia linguisticamente sia politicamente.
Tutto ciò non è imputabile, Dio non voglia, a Mauro Zucconi, bensì all' impaginatore, o editor, che ha curato l' edizione finale.
Ma resta il fatto che quest' assenza di meritocrazia verbale non può passare indisturbata, come del resto è scritto qui, sulla mia maglietta di Gramsci, proprio sotto il mento (di Gramsci, non il mio).
Ecco solo alcuni dei lemmi ritenuti dall' Impaginatore (che sarà anche il titolo della prossima cagata di Dario Argento, forse) così degni di essere apostatizzati:
"Crollare quando" (pag. 35) - "Non sarà la cosa più naturale del mondo, fino a non" (pag. 36) - "Che è qui, mi p" (pag. 56) - "Figurarsi pe" (pag. 63) - "Per evaporazio" (pag. 71) - "stione rimane p" (pag. 83) - "te troppo potre" (pag. 34) - "sione durante i" (pag. 140) - "e un panino)." (pag. 148) - "sdegnata smorf" (pag. 159) - "tavolo 4, in rea" (pag. 169) - "bilità di appro" (pag. 174) e anche "Aiutare. Non so" (pag. 180).
Detto questo, resta il più bel libro della Via Lattea (almeno finché non ne scriverà uno Enrico Silvetrin, forse).
Fanno 500 euro.
Pochi giorni fa ho terminato la lettura del libro d' esordio di Chinaski, ("Ristorantopoli", appunto) e ho finalmente il materiale grezzo per fornire a tutta la rete le osservazioni più interessanti e pertinenti ad esso ascrivibili ora e in futuro, pur ammettendo che se Giuliano Ferrara vorrà dire la sua, potrà farlo, ma non sarà mai puntuale quanto me. Primo, per un conflitto d' interesse tra lui e i ristoranti -che sono appunto il tema-pretesto del libro- e secondo perché è una palla di merda.
Scrivo queste righe sotto effetto di una sostanza probabilmente confenzionata in nordafrica in assenza di condizioni igieniche minime e in stretta inosservanza della legge 626, quindi prego perdonare alcune leggerezze, come l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza l' assenza di un rigido controllo di ricorrezione del testo.
Il libro è qui tra le mie mani, ora (o meglio, accanto, visto che sto scrivendo) e ha un' aria preoccupata e accigliata. Teme forse una stroncatura o qualche commento stupido. Va là, libro. Lo rassicuro eliminandogli e carezzandogli l' orecchietta segnalibro di pagina 64 la cui piccola diagonale ancora si intravvede.
E' un caro libro, questo. Molto garbato, molto suadente, per nulla spocchioso e molto colloquiale. E' scritto con uno stile che sta tra quello di Mauro Zucconi e quello di Chinaski, anche se i maligni (e quelli che hanno letto anche almeno un altro libro oltre quello di Chinaski -che è Mauro Zucconi, e credo valga anche al contrario) ci rivedranno un po' di quel David Foster Wallace dei reportage ("A supposedly fun thing I'll Never Do Again", per esempio) che tanto ha segnato la cultura Avant-Pop (prima dell' arrivo di Enrico Silvestrin, ovviamente).
E' un libro vivo (stai fermo almeno mentre ti recensisco, cazzo), pieno di informazioni e massime universali, pieno di luoghi comuni e non comuni magistralmente inquisiti come dal miglior Di Pietro (ma con in più la grammatica italiana), pieno di glossolalìe, blaberoglicemi, tecnoclassicismi, veterocomunismi mai rimpianti, pieno di anafore, chiasmi, sinèddochi(e), pieno di antirevisionismo, di qualunquismo innobile, di feticismo esistenziale, ed ora che ci penso è pieno di segni grafici e di fonemi. Vi è anche una discreta quantità di note a piè di pagina [nelle quali i maligni rivedranno forse un po' di quel David Foster Wallace dei reportage ("A supposedly fun thing I'll Never Do Again", per esempio) che tanto ha segnato la cultura Avant-Pop (prima dell' arrivo di Simona Ventura, ovviamente)].
E' un libro quindi per tutta la famiglia, che in sé ha solo di buono da dire al mondo, e credo possa a buon diritto essere considerato il seguito della Divina Commedia o di quel libro che non finisce, o se finisce nessuno è arrivato vivo per raccontarlo, quello che ha scritto Proust, per capirci.
Ma c'è, ebbene sì, cè una nota dolente. Molto dolente, in effetti. E' qualcosa che non ha precedenti nell' editoria italiana o mondiale, e che farebbe impallidire un beta test eventualmente eseguito da Gutemberg: la linea divisoria del piè di pagina.
Questa linea, apposta per separare il testo corpo pagina dalle note a piè di pagina, è in assoluto la linea più cretina che abbia mai visto. E' una linea goffa, stupida, vuota di significato (se ne accorgerebbe anche Luca Laurenti), della lunghezza sbagliata ed è IN GRASSETTO e praticamente APPICCICATA alle parole del corpo testo che la sovrastano, finendo a fungere -dal punto di vista oftalmometrico ed ermeneutico- da SOTTOLINEATURA per gruppi di parole a caso, le quali si trovano istantaneamente ad assumere una ingiustificata e antidemocratica rilevanza rispetto ad altre parole appartenti allo stesso periodo, spesso più valide sia linguisticamente sia politicamente.
Tutto ciò non è imputabile, Dio non voglia, a Mauro Zucconi, bensì all' impaginatore, o editor, che ha curato l' edizione finale.
Ma resta il fatto che quest' assenza di meritocrazia verbale non può passare indisturbata, come del resto è scritto qui, sulla mia maglietta di Gramsci, proprio sotto il mento (di Gramsci, non il mio).
Ecco solo alcuni dei lemmi ritenuti dall' Impaginatore (che sarà anche il titolo della prossima cagata di Dario Argento, forse) così degni di essere apostatizzati:
"Crollare quando" (pag. 35) - "Non sarà la cosa più naturale del mondo, fino a non" (pag. 36) - "Che è qui, mi p" (pag. 56) - "Figurarsi pe" (pag. 63) - "Per evaporazio" (pag. 71) - "stione rimane p" (pag. 83) - "te troppo potre" (pag. 34) - "sione durante i" (pag. 140) - "e un panino)." (pag. 148) - "sdegnata smorf" (pag. 159) - "tavolo 4, in rea" (pag. 169) - "bilità di appro" (pag. 174) e anche "Aiutare. Non so" (pag. 180).
Detto questo, resta il più bel libro della Via Lattea (almeno finché non ne scriverà uno Enrico Silvetrin, forse).
Fanno 500 euro.
54 commenti:
Certo che zero (0) commenti dopo 16 ore ad un post che parla del libro più famoso del mondo e della rete, oltretutto fornendo in prima web assoluta la recensione (redatta peraltra con spirito indomito), ecco, non dico che sia per forza così ingiusto, ma siete tutti delle gran teste di cazzo.
Se nessuno commenta (commenti positivi, ovviamente) entro stasera alle sei, io levo i commenti da questo blog.
Si.
Li levo. Tanto non me ne frega un cazzo. Era per far divertire voi. Io mi diverto coi post e posso commentare altrove.
Ma guarda tu, questi coglioni.
Io non sono un coglione, giuro, ho un alibi, che in genere lo hanno solo i colpevoli, ma questo è un altro discorso.
E poi, cosa ben più importante, son su blogspot da una settimana, o poco più, e questo è il mio primo commento sul tuo blog! Eeeeeeeh!!!!
Commento in cui non so che scrivere perchè non ho letto il libro in questione e non credo lo leggerò ammesso che non riesca a scaricarlo da Vuze insieme alla prima stagione dei Soprano.
Ok, ora puoi anche togliere i commenti.
:)
Io invece giuro che sono un coglione, anche perchè ho fatto il voto solenne di non leggere più nulla fino al compimento dei 70 anni (cosa che temo non accadrà mai a causa di alcoolismo e tabagismo), quindi non saprei cosa commentare. Però posso commentare la persona di Woland: è un bellissimo giovane uomo, che si aggira vestito di una giubba con i bottoni d'oro (per la verità dorati, nel nostro breve incontro gli ho fregato quelli d'oro e li ho sostituiti con fasulli, per pagarmi le spese di Ingrid).
Ha occhi buoni e intelligenti, di chi non sa serbare rancore verso coloro che avrebbero il dovere morale di ospitarlo a casa ma non lo fanno per motivi più o meno plausibili. Adesso però devo andare perchè mi sarei anche rotto i coglioni, quindi vi lascio con un ordine perentorio: donne, non lasciate che la vostra vita sia il solito brandello di tempo inutile e miserabile come la vita della maggior parte delle donne, e affastellatevi subito avide intorno al cazzo di woland.
(va bene così fratello?)
Va più che bene. Non so come hai fatto, ma ora sono più alto di almeno dieci centimetri.
Preciso, per le donne, che ho detto "alto", purtroppo, riferendomi alla mia altezza.
E comunque il tuo invito posso plaudirlo solo perché la mia ragazza non legge questo blog, altrimenti, per aver dato un suggerimento simile, rischi di essere evirato nella notte senza mai scoprire da chi (ora però lo sai, è lei).
operando un serrato confronto trovo che questa recensione, che per ora è l'unica vera recensione esistente al famoso libro ristotrantopoli di mauro zucconi, contenga le osservazioni più interessanti e pertinenti che io abbia mai letto in merito a giuliano ferrara ma anche in merito al famoso e mai abbastanza ben recensito libro ristorantopoli di mauro zucconi.
l'unico appunto è che non sono pienamente d'accordo quando a proposito del famoso libro ristorantopoli scrive parole come "per esempio" "un po' di" "anche se" "visto che" "almeno finché"
ecco, io tutto questo non lo condivido.
a parte ciò nutro stabile ammirazione per ciò che scrive.
[mh, 10 cm in più? ora quella bella giubba mica va più bene!con che si aggira?]
brennen
Te fai tanto di levare i commenti da questo blog, e io ti giuro che non ti commento più, per ripicca. Ok?
Danilo
A dirla chiara, cosa che non fa nessuno perchè tutti noi amiamo quel fottuto chinasky, con tutti i suoi palesi difetti e i suoi presunti pregi, _non_ avrebbe mai dovuto mettere la sua firma sotto qualcosa che titola "ristorantopoli".
Avrebbe dovuto scrivere qualcosa di vero, lui che può. E se non glielo pubblicano, pazienza.
Ma la mia personale concezione di dignità (e suppongo anche la sua) mi impedisce di leggere una roba che titola ristorantopoli.
Ohi, punti di vista.
Danilo
ti sei scordato due note?
-favorisce la dieresi
- è fino a oggi l'unico caso di recensione enogastronomica in modalità spaghetti western
dubcnm.com/audio/2007/june/wing-im_gon_eat-(dubcnn).mp3
Il dibattito intorno al titolo ha fervuto (bella forma verbale, nevvero?) per mesi, nelle comunicazioni private tra Chinaski e Sviluppina, e, immagino tra Chinaski e Smeriglia, Chinaski e Ema, Chinaski e l' editor/e e via dicendo.
Suppongo che alla fine abbia vinto il criterio della spendibilità.
Non ne farei tanto un cruccio, giacché in effetti non si tratta di un romanzo ma della parodia di un manuale. Però capisco bene la tua obiezione.
Diamonds, per quanto riguarda te, non inserirò le due note in recensione poiché le hai appena scritte tu nei commenti.
Ti odio perché magari poi adesso, ecco, sembra io stia qui a commentare perché tu hai detto di farlo e invece io avrei commentato lo stesso che ero solo impossibilitato nel farlo, per dire, ché certe cose non vanno mai fatte perché alcuni soggetti sono molto sensibili a questo genere di dinamiche, tipo che una volta mi sono rotto il braccio ed avevo tutta l'intenzione di farlo medicare ed ingessare quando ad un certo punto se ne esce un mio amico con protervia spocchiosa "dovresti farlo ingessare" ed allora io non l'ho più ingessato per non assecondarlo. Ora ho una protesi.
Artemisio, non lasciarti abbattere dall' artigianalità quasi buffonesca del tuo collegamento ADSL (se così si può chiamare quel tuo accrocco di fortuna che più a a che fare con la divinazione che con la tecnologia) e rilassati su questo divano in pelle di Carfagna che ti ho confezionato.
[Per chi non lo sapesse, Artemisio si collega alla rete tramite il cavo FGH700 di un amplificatore Peavey infilato a forza dentro una USB restaurata con della pasta per calchi dentarii, a sua volta inserito dentro il retto di una quaglia ispanofona. Essa pigola di dolore in una particolare sequenza morse in grado di impietosire la centralina di quartiere dell' ADSL. la quale -con lo sguardo di resa di un cinico che invia il messaggio da un euro ai terremotati d' Abruzzo- libera una canalina di scarto per il transito dati. Quest' ultima invia infine la sua disponibilità di banda a un server in Guatemala, il cui proprietario vende in realtà Guacamole e alleva Guanachi, il quale a sua volta concede 0.6/Kbs a un vecchio tostapane truccato che Artemisio chiama "PC". E' per questo che i suoi commenti sembrano scritti in DOS.
...è vero io l'ho visto...con i miei occhi..
Woland, la tua minuziosa - e mendace, diciamolo anche subito - descrizione tecnica, con piglio emozionale e dovizia argomentativa non indifferente, circa le componenti mcgayveriane che uso per connettermi implode su stessa nell'esatto minuto secondo in cui dichiari che il pigolio uggioso della quaglia possa impietosire la centralina di quartiere. Non già perché essa incorruttibile ed impietosa, o perché sia Steven Seagal, ma perché NON esiste una centralina di quartiere dell'ADSL in questo quartiere. A ben vedere non esiste neanche un quartiere, ed io ho dei lunghi capelli setosi.
"Lunghi capelli setosi" è quello che speriamo tutti noi dopo una stressante giornata lavorativa. Ma la realtà è spesso cinica, e nello specchio c'è invece Cladio Bisio. Ma non i suoi soldi.
Non resta, quindi, che farsi una bella navigata a 20 Mega.
Mi stai dicendo che con gli autoerotismi svogliati potrei non appagare completamente me stesso? Non senza 20 mega di connessione?
No, "lunghi capelli setosi" è bellissimo. Ti ci puoi far su tutte le pippe che vuoi.
Voglio dire, chi non li invidierebbe?
Oddìo, se fossi calvo e mi tirasse l'uccello magari lo preferirei, specie non avendo (ora come ora) lunghi capelli setosi.
Ma il segreto sta nell'accontentarsi, no?
Danilo
Io che sono brava e buona e tanto tanto sensibile alla cultura Avant-Pop assai segnata da David Foster Wallace nel suo reportage ("A supposedly fun thing I'll Never Do Again", ma anche "Consider the Lobster" - e questo lo scrivo per far vedere che so di cosa sto parlando), ho comprato il libro dell'ineffabile chinaski il giorno dopo che è uscito, e ne ho letto metà tornando a casa a piedi dalla libreria. (Sì, ho scelto una libreria lontana da casa così potevo leggerlo per strada, son fatta così). Il sorrisino ebete che è rimasto appiccicato alla mia faccia per tutto il percorso significa che il libro l'ho trovato molto divertente. Però le due osservazioni che volevo fare, e cioè :
O1 : l'abbondanza di note mi ricorda il mai abbastanza compianto DFW
O2 : ma che catastrofe estetica quella linea a fondo pagina!
queste due osservazioni, dicevo, le ha già fatte notare il Signor Woland.
Ora visto che dai commenti traspare il fatto che il signor Woland è un bell'uomo e visto che abbiamo almeno due osservazioni in comune, sento che il Signor Woland potrebbe essere l'uomo della mia vita.
Ma siccome sono tanto tanto pigra, oltre che tanto sensibile alla cultura avant-pop, (quella che ha segnato eccetera, per intenderci) lascio le cose così come stanno e torno a leggere.
Cosa, non ve lo dico.
"A ben vedere non esiste neanche un quartiere, ed io ho dei lunghi capelli setosi":
J. C. Ballard gradirebbe queste disambiguità giostrando con gli operatori boleani durante tutto il funerale nell'attesa d'incontrarsi con la supermente
chpc.utah.edu/~stliston/stuff/M/inxs/kick/06-the_loved_one.mp3
Ho già pronte trama e sceneggiatura de "L'Impaginatore" di Dario Argento.
In seguito alla scomparsa di alcuni giovani promettenti scrittori, due impavidi giornalisti(lui somiglia a Paul Mc Cartney, lei è figa ma cagna a recitare) scoprono in un'antica cartiera amalfitana il covo di un pericoloso serial killer. Lo psicopatico scioglie le proprie vittime nel campari soda caustico, mescola i resti con degli stracci di lino e ne ricava carta di ottima qualità, sulla quale scrive il suo capolavoro con il sangue dei malcapitati precedentemente estratto e conservato in un'ampolla. E, cosa ancora più grave, non si preoccupa nemmeno di preservare i diritti d'autore, rubando alle sue vittime gran parte dei testi. La perizia psichiatrica rivelerà che il soggetto odiava le sue vittime perchè avevano il dono del saper raccontare e descrivere ogni cosa, mentre lui aveva solo il dono dell'ernia al disco.
Anche a me piacerebbe scrivere una bella recensione del libro di Chinasky ha scritto con lo pseudonimo "Mauro Zucconi" (che pseudonimo assurdo ...), cosa stavo dicendo ? Ah, sì, mi piacerebbe scrivere una bella recensione fintantochè non ho letto il libro per mantenere la giusta distanza dal testo e dall'autore e anche dalla recensione.
Anzi per non cadere nell'errore della troppa vicinanza, penso che non scriverò nemmeno la recensione.
Max.
Grazie per la recensione: non avevo capto la faccenda della oinea che sottolinea ma non deve sottolineare!
Avevo letto il libro leggendo solo le lettere sottolineate, e mi ero detto "che avanguardia, che sperimentazione, che non ci capisco una sega, voglio pane e mortazza ORA!", ma ora che mi ha disvelato l'arcano, munch, groan, burp.
La mettiamo giù dura, invece che soft?
Lo leggerò, il libro, ovviamente. Me lo faccio prestare da mia moglie, non c'è problema.
Ma, porca puzzola, perchè qualcuno con quella testa si dedica a scrivere stronzatine che faccian ridere la gente? Sembra di vedere Montanelli al Bagaglino...
Io, fossi in lui, mi giudicherei severamente. Ma non sono in lui, e da ciò traggo una certa serenità :-P
Danilo
Uhm, bella recensione, aggiungerei anche che la copertina color cacca aiuta poco e sembra disegnata da uno psicotico.
Per il resto, se qualcuno lo compra e me lo regala giuro che gli dedico la mia ineditissima dimostrazione (da fare invidia anche a Goedel) che Dio è Spiderman.
Quando avrò tempo e voglia e la tastiera smetterà di schizzare da una parte all'altra della stanza scriverò una recensione molto più bella, così impari.
Z
E, tornando all'inizio, ti bastano ventisei commenti?
Danilo
Toh, mi hai letto nel pensiero. Pensavo giusto: Guarda quanto ne passa dall' esordio alla conclusione.
Vorrei aggiungere che, per il solo fatto di essere stato linkato da Chinaski con una micragnosa parola ("recensione") sottolineata in blu, ho fatto quasi 600 pagine viste in un giorno. Inutile ricordare che la mia attuale media si aggira sulle 120/130. It' s so sad.
E in più volevo ringraziare Nastja. Ogni volta che una donna pensa, anche informalmente, che io sia l' uomo della sua vita, divento di una spanna più bello (è per quello che, ad oggi, sono -in realtà- discreto).
Se per caso scopro di nuovo la mia ragazza in un club con Iaquinta, riconsidererò l' ipotesi più formalmente.
Volevo fare alcune considerazioni importanti.
a) io al china gli voglio molto più bene di quanto glie ne voglia tu, ma questo non lo sa e comunque io non ho scritto una recensione del suo libro quindi non vedrò mai il mio nome in blu sul suo blog;
b) notavo ieri cifre incresciose circa il numero di pagine visitate e mi chiedevo il motivo di tanto clamore improvviso per il tuo turpiloquio prolisso e molto forbito; poi ho sentito bisogno di confortarmi un poco col template blu di nostro signore chinaski (che saluto: ciao china!) ed ho svelato a me stesso l'arcano:
- ah, vedi arte, il link alla recensione.
- ah ecco, diamine di un woland.
c) non capisco questi roridi esemplari di sesso femminile che restano ammagliati dalle tue trame verbali. Voglio dire, uno che non si fa il neanche il bidet.
d) tu sei molto peggio di Iaquinta.
Dici così solo perché:
1)Sei geloso.
2)Sei goloso.
3)Sei Giletti.
E comunque, se pensi questo di me in relazione a Iaquinta, è perché non hai mai visto il mio stop di petto a seguire.
In genere lo seguo per trecento metri. Non ho mai visto nessun altro fare di meglio.
Giusto per arrivare a trenta.
Confermo la pessima scelta dello pseudonimo.
Ma chi te lo compra un libro scritto da Mauro Zucconi?
Poteva scegliere un cul-issimo "Nick Ashy", un orientofilo "Cyan Sikh", ammiccare con uno "Yan Shick"... ma Mauro Zucconi, no, dai.
Ecco.
Clod
Giletti non ebbe il coraggio di dirmelo nemmeno mio padre quella volta che feci cilecca mentre facevamo sesso. La bimba uruguayana fra noi ebbe però da ridire di molto peggio. Ciò ti eleva al grado di "sotto-vassallo porta-vessillo d'amicizia costruttivista e paritaria dell'ordine dei cicisbei beoni".
Ah, non rivaleggiar con me dell'inettitudine sportiva, ché tendenzialmente per effettuare uno stop di petto faccio uso di polli saturi di testosterone. Dico davvero, una volta mi sono stirato un polpaccio per giocare con le freccette. Ed ero sdraiato su di un divano.
(anche se l'idea di vederti rincorrere un pallone da calcio di cappotto dai dorati bottoni vestuto coi guantini Pio-style mi ha fatto ridere. E non poco)
p.s.: Il vero nome di chinaski è Aldobaldo Ubaldacci III. Partendo dall'assioma che ogni cosa è meglio di Aldobaldo Ubaldacci III, anche Unforgiven III, il tavernello o Klaus Davi, ne segue la tesi che Mauro Zucconi rompe il culo anche a Chuck Palahniuk e corre molto più tanto di una ferrari nera.
Il titolo di cui mi insignisci è un titolo ti tutto sfregio, e ti ringrazio. Se un giorno conoscerò tuo padre, gli chiederò conto di tutti i rapporti sessuali da te raccontati ocn perizia che lo vedono protagonista, o, nel migliore dei casi, spalla d' eccezione.
Si, sono stato unpo' sgrammaticato, ma è che mi sto cacando sotto e in bagno c'è Previti che non vuole uscire.
(Previti è il nome che ho dato alla gatta di casa, ch essendo femmina si è offesa e ora occupa il cesso con il suo esercito di pulci).
Giuliano Ferrara ha scritto la sua recensione. ma l'ha già mangiata, quindi tranquilli.
Woland, che bisogno hai di chiederlo a mio padre se nella metà di quei racconti tu sei il porta pizze che arriva inaspettatamente, nudo, con una consegna sbagliata di tre margherite ed una quattro formaggi destinate al vicino di casa?
Si cari miei, certe vicissitudini narrate con dovizia di dettagli nei film porno accadono realmente. Per lo meno a casa mia.
caro Woland, ti ringrazio dei ringraziamenti.
Probabilmente rimarrai il mio uomo ideale per un bel po', visto che non ti conosco.
Tra parentesi tra i miei uomini ideali c'è un epilettico suicida e un trombettista tossico.
Non so se a questo punto dovresti sentirti onorato o bannare i miei commenti dal tuo blog. Ma sentivo di dovertelo dire.
Che? No! Anzi.
Mi ritengo esistenzialmente assai prossimo (se non speculare) ad entrambi i modelli da te menzionati. Anche se sono troppo razionale per essere un tossico (di eroina/cocaina però. Di altre cose -più di una- sono GIA' un tossico conclamato e a pieno regime).
Ok, dato che cominciando dal summenzionato Chinablog ho scoperto un intero mondo di sparapordenonate per beneficienza (cosa che ha fatto alquanto bene alla mia autostima, facendole esclamare a gran voce un "evviva, ma allora il mio destino non è così nero!", e anche alla mia solitudine, che ha formalmente commentato con un depresso "cavolo, allora non è il solo ad essere imbecille") devo fare i complimenti a Woland e Artemisio per vari motivi:
- eloquio forbito, sfrontato e anche abbastanza evirofobo
- idee malsane tali da superare l'aula di Parlamento che mi ritrovo al posto del cervello
- la ragazza di Woland, che in quanto a gusti sessuali, tra lui e Iaquinta, direi che ha abbastanza senso dell'orrido da superare il già menzionato regista italiano.
Tutto qui. Per il resto, direi che Woland ci ha azzeccato in pieno con la recensione del manoscritto.
Pace, fratello.
Ogoun
Che alla pace si pensa, che la pace si sfiora.
Ciao. Sono socio da 21 anni di Euroclub (ex Club degli Editori, quello che devi per forza comprare un libro ogni tre mesi scelto da te in un libretto-catalogo che ti arriva a casa, e se non lo compri te ne arrivano due a casa scelti da loro e li paghi con la penale) e vorrei sapere se il libro di Mauro Cinaschi verrà incluso nel catalogo Euroclub del prossimo trimestre, così me lo compro lì che costa di meno.
non capisco perchè nessuno vi prenda a legnate .
con un bastone in legno massello.
ma andate a lavorare, stronzi!
CI piacciono le bastonate, è per questo che non ce ne danno.
...e poi perchè legno massello? La nodosità di un grosso ramo fa più danni se distrutta contro un rachide.
Ma ce l' hai con un genrico noi, con un particolare noi, o con l' Euroclub del libro?
Dicevo a Fernando.
Calogero Staffolani, ho ocme il sospetto che tu sia Smeriglia. O Chinaski stesso. O Comunque qualcuno che non si chiami affatto Calogero Staffolani. E se hai combinato questo artificio -comprendente il registrare un account blogspot- per dire questa cazzata allucinante, beh, hai la mia più fervida stima.
In caso contrario, sei un idiota, e questo non è un blog di informazioni editoriali random. E l' avresti capito se solo...
Va beh.
(Ma tanto non esiste nessuno con questo nome. Forse solo nella moente di Leo Ortolani).
Ho già detto quel che dovevo dire su Chianaski. sul libo no, non l'ho letto, sto ancora leggendo "I quaderni in ottavo". Da ventanni.
Mi intrometto fra i commentatori di questo post, attratto dal link blu di casa cinaschi (in realtá da un suo (di Chinaski) commento a proposito del link che - nel post - non avevo degnato di attenzione).
Quindi mi intrometto, dicevo, per scrivere una o piú cazzate che, oltretutto, sia detto - e ribadito - tra caroselli di incisi, sono giá state scritte.
Innanzitutto il nome, Mauro non ricordo il cognome, é assolutamente incompatibile con Chinasky (per non parlare di Barney!): dovrebbe essere proibito a qualsiasi blogger, specie se dotato di una certa (supposta)[nel senso di siluro che si assume (con contratto a tempo determinato) per via anale] intelligenza, un innegabile carisma e un indubitabile sex appeal, di rivelare il proprio ridicolo nome; immagina un po' stamparlo.
Poi il titolo.
E' indecente, tendente al disgustoso, perché ricorda calciopoli di moggi, monopoli di floris, paperopoli di brigida, i libri degli emuli di travaglio (noto con altrettanto disgusto il mio vezzo - riservato esclusivamente a questo commento - di scrivere alcuni nomi propri con la minuscola, e l'uso rivoltante di eccessivi avverbi).
Poi l'argomento (stando al titolo, perche il libro non l'ho letto [come cazzo facevo a sapere che chinaski si chiamasse mauro X (X maiuscola! roba da folli)... dove ero rimasto con le parentesi?
E con il commento?
Boh, comunque lo compro perché cinaschi é una garanzia anche quando starnutisce.
dimenticavo di dire che anch'io, se interessasse, scrivo e pubblico con il mio nome di battesimo: Umberto.
Ecco.
Io pensavo di essere l'unico blogger a scrivere castronerie. Davvero. Cioè, sembra che per ora imperversi con prepotenza la moda di articolare i post a cazzo di cane e di adottare un registro linguistico informale, stupido, cretino ed imbelle. Io ero convinto di essere innovativo, sagace ed arguto sopra la norma e molestamente pungente con le mie invettive, invece un giorno scopro che, pagando mensilmente un pacco di soldi, arriva un fottuto operaio a fare un buco nel muro di casa tua, c'impianta dentro cavi e controcavi e poi inizia a blaterare sconsideratamente di questo "interweb" o come cazzo si chiama, e poi la tua vita smette di avere senso perché esiste gente più stupida di te ed adesso tu lo sai e vorresti morire. Grazie a tutti, veramente.
C'è anche da dire che hai dimenticato la prima, fastidiosissima, sottolineatura involontaria:
pagina 21, "della vostra sq".
Illuminante.
Premetto che non sono nessuno di quelli elencati da Woland (Woland: manco a uno sgabello a tre zampe dell'Ikea darei sto nome), sono io e all'occorrenza anche qualcun altro.
Volevo solo dire che neanche nel nuovo giornaletto dell'Euroclebbe è presente Mauro Cinaschi.
Se fossi nei panni dell'autore farei pressioni sull'editore affinchè stipuli una convenzione con l'Euroclebbe oltre a quella dei Tìchett Rèstoran.
Le vendite avrebbero una repentina impennata clamorosa...
Sono un po' in ritardo rispetto all'uscita del post. Volevo solo dire che l'altra notte mi è apparso in sogno l'Arcangelo Gabriele e mi ha letto tutto "Ristorantopoli". Nove mesi ho partorito un frugoletto con la barba e le mani bucate.
Chissà se riuscirò mai a fargli capire il valore dei soldi.
ciao a tutti
M. Guzman
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