Esistono molteplici forme di empatìa. Esistono smisurati slanci, alcuni troppo umani, altri teleologici aka finalistici, il cui terreno di preparazione è la rivalsa. Questi ultimi si aggravano di un alone di cogenza di pari passo con lo scemare del dubbio, si fregiano del titolo in calce, ma dietro la finestra-specchio della propria abiezione, della propria mancanza di recalcitrante pazienza, si rimirano e si truccano nel retrobottega dell'eroismo.
[serious Venus and the lunar child
(get your life up untied)
giggle and the flames grow higher
dance in a circle around a central fire
(dance and laugh and love and learn. Grow higher)].
Si è malati.
Si è storpi storti inerti fracassatori timpanici, si sbotta in nenie e ritornelli,
Si tagliano le schiere degli inerti per rivaleggiare in forze,
Si propugna, e ovviamente si pugna,
Si scrive con la spada e si mimano schermaglie con la penna,
Ci si affeziona al dolente andare del tempo che piega la schiena ma lascia il tramonto libero di tramontare.
E dal palco, anche oggi 5 dicembre, chi si veste peggio delle proprie parole può dire "siete tanti, siete bellissimi, tutto questo è merito vostro".
Quando non solo non c'è il tutto, ma non c'è neanche questo, la semplice vergogna dell'agnizione, il pulito birvido di una tristezza.
La fantasia al potere ha reso il potere fantastico.
La pellicola che avvolge il feto non reca alla madre la magia del viaggio notturno. E' il tenero presagio di un sudario.
[No more need for the old empire(fare thee well to the empire) the indigo children]
Ci si cura del dolore di una borghesia irraggiunta, ci si perdona.
Ci si perdona, ci si perdona, ci si perdona, perché è bene -ripetetelo, che è bene- che si sappia che tutto ciò non è da noi voluto, non è da tutti noi nutrito, né da noi fu partorito.
Noi abbiamo una gioventù da difendere, una gioventù nera delle botte del rifiuto, ah, se siamo stati sfortunati a non cogliere le gioie di un congresso, a non avere neanche un salone dove organizzare un rinfresco per l'arrivo del futuro.
A dire ai nostri padri che loro è la colpa, sarebbe tragedia. A farci dire da loro che noi siamo la colpa, commedia. A dire che la colpa è di tutti, sarebbe solo tristezza, sempre e sempre sotto il giogo delle storture che ora e per tutta la durata del presente ci vedono tiepide imitazioni storpie di ciò che ci si immaginava, impavidi, in un tempo lontanto,
Più o meno,
Ieri.
Quindi io non ci sono in piazza, non ci sono nelle piazze, perché la piazza fa rumore, perché la piazza è dei padri, e i figli ci vanno in loro vece, che quelli ancora lavorano e non sta bene. Ed io sono solito masturbare il silenzio, che è sempre inutile ricordare a tutti che non si è migliori, che tanto lo stesso, e per sempre, tali verremo eletti.
I migliori siamo noi, nel sonno, quando si confonde il chiarore con con lo spirito, quando non ne esce altro che qualche parola traslucida, quando ci si arrende all'avanzare del consueto.
Già che sarebbe tanto più facile quanto più stupido odiarvi, semplicemente la mia mano rimane al fianco e mentre fate chiasso io ci guardo piangere, perché così ci preferirei, in un breve spazio di calma, due lacrime tanto per capirci. La mano, dicevo, non si muove, né si contrae, né augura, perché di tanto non è più né ancora capace.
Ma chi sarei io per odiarvi, dite un po', con la responsabilità che mi affidate ogni giorno per le mie parole, non bastasse quella che do loro io.
Quindi ecco qual è la moneta ultima, la solita, del perdente sul ciglio delle nausee.
Salutatevi anche da parte mia.
[serious Venus and the lunar child
(get your life up untied)
giggle and the flames grow higher
dance in a circle around a central fire
(dance and laugh and love and learn. Grow higher)].
Si è malati.
Si è storpi storti inerti fracassatori timpanici, si sbotta in nenie e ritornelli,
Si tagliano le schiere degli inerti per rivaleggiare in forze,
Si propugna, e ovviamente si pugna,
Si scrive con la spada e si mimano schermaglie con la penna,
Ci si affeziona al dolente andare del tempo che piega la schiena ma lascia il tramonto libero di tramontare.
E dal palco, anche oggi 5 dicembre, chi si veste peggio delle proprie parole può dire "siete tanti, siete bellissimi, tutto questo è merito vostro".
Quando non solo non c'è il tutto, ma non c'è neanche questo, la semplice vergogna dell'agnizione, il pulito birvido di una tristezza.
La fantasia al potere ha reso il potere fantastico.
La pellicola che avvolge il feto non reca alla madre la magia del viaggio notturno. E' il tenero presagio di un sudario.
[No more need for the old empire(fare thee well to the empire) the indigo children]
Ci si cura del dolore di una borghesia irraggiunta, ci si perdona.
Ci si perdona, ci si perdona, ci si perdona, perché è bene -ripetetelo, che è bene- che si sappia che tutto ciò non è da noi voluto, non è da tutti noi nutrito, né da noi fu partorito.
Noi abbiamo una gioventù da difendere, una gioventù nera delle botte del rifiuto, ah, se siamo stati sfortunati a non cogliere le gioie di un congresso, a non avere neanche un salone dove organizzare un rinfresco per l'arrivo del futuro.
A dire ai nostri padri che loro è la colpa, sarebbe tragedia. A farci dire da loro che noi siamo la colpa, commedia. A dire che la colpa è di tutti, sarebbe solo tristezza, sempre e sempre sotto il giogo delle storture che ora e per tutta la durata del presente ci vedono tiepide imitazioni storpie di ciò che ci si immaginava, impavidi, in un tempo lontanto,
Più o meno,
Ieri.
Quindi io non ci sono in piazza, non ci sono nelle piazze, perché la piazza fa rumore, perché la piazza è dei padri, e i figli ci vanno in loro vece, che quelli ancora lavorano e non sta bene. Ed io sono solito masturbare il silenzio, che è sempre inutile ricordare a tutti che non si è migliori, che tanto lo stesso, e per sempre, tali verremo eletti.
I migliori siamo noi, nel sonno, quando si confonde il chiarore con con lo spirito, quando non ne esce altro che qualche parola traslucida, quando ci si arrende all'avanzare del consueto.
Già che sarebbe tanto più facile quanto più stupido odiarvi, semplicemente la mia mano rimane al fianco e mentre fate chiasso io ci guardo piangere, perché così ci preferirei, in un breve spazio di calma, due lacrime tanto per capirci. La mano, dicevo, non si muove, né si contrae, né augura, perché di tanto non è più né ancora capace.
Ma chi sarei io per odiarvi, dite un po', con la responsabilità che mi affidate ogni giorno per le mie parole, non bastasse quella che do loro io.
Quindi ecco qual è la moneta ultima, la solita, del perdente sul ciglio delle nausee.
Salutatevi anche da parte mia.
27 commenti:
wow...
Danilo
minchia...
cioè, minchia nel senso di post della madonna
"Ci si perdona, ci si perdona, ci si perdona, perché è bene -ripetetelo, che è bene- che si sappia che tutto ciò non è da noi voluto, non è da tutti noi nutrito, né da noi fu partorito."
Sacrosanto e tristemente incommentabile.
non c'ho capito un cazzo, ma d'altronde per me internet is for porn, e ogni altro uso è improprio. però la chiusa mi piace.
(quanto al passo citato da regulus: se vedo arrivare un suv su un marciapiede a 130 nella mia direzione, è vero, ciò non è da noi voluto, né da noi fu partorito, però mi sposto, eh)
(wol, se per caso tra i tuoi progetti esistenziali, oltre all'adorazione delle masse e a una fine orrenda che ti sprofondi nel mito, c'è anche quello di avere sei figli dall'utente guia, credo sia urgente dare una risitematina a quel dò in zona fine post)
(L'accento su dò non è necessario ma nemmeno errato)
(Sì sì, le possibilità sono infinite. Ma qui si parlava dell'ipotesi di far figli coll'utente guia, nel qual caso l'aderenza ai diktat* della crusca dev'essere totale e incondizionata)
*"Scrivete do (prima persona del presente indicativo di dare) e soprattutto sto (prima persona del presente indicativo di stare) sempre senza accento: "Ti do ragione", "Sto qui ad aspettarti".
Ma l'utente guia è passato di qui solo una o due volte, credo, e peraltro non è minimamente interessata ad anyone disgustingly younger like me. Né io d'altronde ho un desiderio di appropinquamento sessuale nei suoi confronti, né a scopo ricreativo né procreativo.
L'utente guia è più come una giovane zia geniale e sottilmente rompiballe a cui si vuol bene perché ha uno stile invidiabile sia nell'everyday pins and needles sia -non scordiamolo- nel porcoddiare.
(Ho scirtto sto commento solo perché so che non lo leggerà mai, altrimenti potrei già prenotarmi una martellata sull'occipite da un fabbro itterico).
itterico, sì, giallastro, non isterico (non ho sbagliato, lucah, stai tranqui&funky).
Solo un pazzo potrebbe pensare che l'espressione "fabbro itterico" contenga un errore.
Evviva le infinite possibilità grafiche della lingua italiana.
Certo che deve essere brutto che nei commenti di un pezzo così si finisca a parlare di dò (in questo caso l'accento è necessario, altrimenti potreste pensare che stia parlando di note musicali, mentre io non sto affatto parlando di note musicali).
L'ho riletto, e tengo a farti sapere che Cesira, la mia autostima, ti odia.
Voglio dire, lo zio Giorgio la fa facile, tanto può sempre rilanciare col suo pezzo sulle scimmie, altro genere pari livello, ma io sono disarmato. E non mi piacciono affatto le persone che mi fanno sentire stupido, cazzo.
Danilo
http://www.youtube.com/watch?v=vvlCu1_noTc
Ps per Danilo
°]
bellissimo questo post,molto longilineo nonostante il finale tetro
Donna del Lunedi
Signora del lunedì: ...
Ospio!
No, volevo dire, perdinci!
E' esattamente così che vorrei scrivere, esattamente come quella musica.
Sono sbalordito, anche se su questo blog non ci si dovrebbe sorprendere di nulla.
Grazie.
Danilo
La signora del lunedì è molto fisionomista.
Non è tempo di assaltare il cielo.
Fatemelo sapere allora. Io son quasi pronto.
Chi assalta il cielo lo fa da solo. Gli altri, semmai, dopo, lo incatenano ad una roccia in modo che le aquile gli possano becchettare adeguatamente il fegato.
Questo perchè gli altri non vedono il _tuo_ cielo.
(Sì, ok, l'ho trovata in un bacio perugina).
Danilo
Si ma nel mondo moderno chi assalta il cielo può chiedere il laic su feisbuc.
(Let's die laughing)
e, tra l'altro, lo fa "inneggiando un peana".
Capito! Belo! belissimo!
Non ho capito un cazzo.
Comunque...
Il 5 dicembre è un evento ambiguo. Non riesco a stare dalla parte di chi lo critica, ne da quella di chi lo esalta.
Bisognerebbe poter osservare l'evento scorporando l'effetto facebook e "sono figo perché odio Berlusca". Cioè, bisognerebbe capire quante teste "veramente pensanti" fossero alla manifestazione.
Per una rule of thumb, le teste pensanti sono l'1% della massa. Ciò significa che, se i partecipanti sono stati 500.000, ci dovevano essere per lo meno 5000 teste pensanti. Se erano meno, l'evento è indubbiamente stato un passatempo ludico.
Da i commenti su facebook e dal sito che da 3 giorni, ormai, non da uno straccio di articolo o documento sensato, tendo a pensare che il fatidico 1% non si sia raggiunto.
Ma, se pure il numero critico sopra la soglia di imbecillità non è stato raggiunto, la manifestazione potrebbe comunque avuto avere qualche effetto positivo. Tipo, che i ventenni si mobilitino un poco non è assolutamente roba da niente.
Se fosse stato questo il punto.
E' lo svantaggio quando non capisci i post.
ho il sospetto che, con linguaggio semplice ed asciutto, tu l'abbia scritto in word decidendo poi di abusare della funzione sinonimi.
Altrimenti vuol dire che sai troppe cose e devi essere eliminato.
Mi sono sforzato di dire quello che andava detto nell'unico modo in cui mi era possibile dirlo. Se avessi voluto parlare solo della manifestazione o dell'indigo people avrei usato un altro registro.
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