martedì 30 dicembre 2008

UNA LEGGERA TURBOLENZA SULL' ALA DESTRA


"Quando all’ex comandante in capo delle Forze Aeree Israeliane, Dan Halutz, fu chiesto che cosa si provasse a sganciare una bomba su un quartiere di Gaza densamente popolato, la sua risposta fu breve e precisa: “Si prova una leggera turbolenza sull’ala destra”.

Gilad Atzmon, ex-militare israeliano ora anti-sionista, www.palestinethinkthank.com

venerdì 26 dicembre 2008

NATALE ALL' INFERNO

Goffredo Busoni (Crisitan De Sica), brillante broker della borsa di Milano, scopre che il suo amico di una vita Rodrigo Lardazza (Massimo Boldi), allevatore di panda per la ristorazione, ha una passione per i travestiti polacchi. Decide quindi di fargli un regalo: l' aids. Contatta quindi tale Macek (ora Sigismonda) e, previa essersi assicurato della sua positività al test dell' HIV, lo invia come dono di Natale alla cena della vigilia della famiglia Lardazza.
Quello che Busoni non sa è che in quel momento Rodrigo non è a casa sua, bensì in un monolocale a Bovisa, nel quale sta picchiando la figlia adottiva Marika (Cristina Capotondi) affinché questa gli fornisca una fellatio. Purtroppo il pestaggio risulta eccessivo e il cranio di Marika riversa quasi tutto il proprio contenuto su un delizioso parquet appena lucidato col ProntoLegno. L' ira e lo sdegno di Rodrigo lo spingono a utilizzare comunque tutti i fori della sventurata (compreso quello del cranio, interpretato da un grande Claudio Bisio) fino ad eiaculazione comunque precoce.
Tornato a casa, Rodrigo trova tutti e sette i membri della sua famiglia (interpretati magistralmente da un camaleontico Massimo Dapporto) che copulano con Macek-Sigismonda, accompagnati dalle fragorose risate di nonno Stefano (Gabriele Lavia) che nel frattempo, non si sa bene per quale motivo, sta frullando dei passerotti in un minipymer.
Lo sgomento spinge Rodrigo a verificare i fatti, ma solo dopo aver ucciso il travesta polacco con un pastamatic (Enrico Papi).
Tempo due mesi e la malattia si porta via tutta la famiglia Lardazza meno Rodrigo, che è tanto indignato da evitare l' aggiunta di olive nel suo Martini Dry. Scoperto grazie a un ex-spia del Sismi (Pio Pompa) il mandante del travestito, Rodrigo invita Goffredo in un viaggio in India col suo aereo privato, fornito gentilmente dall' ex-comandante della Guardia di Finanza Speciale (Roberto Speciale).
Goffredo, non sospettando niente, accetta. Una volta arrivati, Goffredo viene drogato ed abbandonato in una bidonville alla periferia di Mumbai, nudo e con una banana nel culo. Dopo un lungo percorso di iniziazione e sodomia da parte di alcuni profughi pakistani, Goffredo ritrova l' amico in un bordello, tutto intento a cercare di stipare il suo uccello cerebroleso da qualche parte in una neonata (Shilou Pitt). Proprio mentre Goffredo sta per colpire Rodrigo alle spalle con una scimitarra (Magdi Cristiano Allam), una violenta esplosione risuona nelle vicinanze, seguita da molte altre sempre più vicine.
I due si risvegliano in un incubo bellico, circondati da sirene di ambulanze, militari, reparti speciali e folle in lacrime, entrambi nudi e con una banana nel culo (due ottime Anna Finocchiaro e Alba Parietti). In una toccante scena neorealista di umanità ritrovata, Rodrigo rivela a Goffredo di aver invitato, pochi giorni prima, anche tutta la famiglia dell' amico, e di avergli pagato un soggiorno in uno degli alberghi a rischio attentati, che -coincidenza- è appena esploso.
Mentre Goffredo si contorce dal dolore, Rodrigo, sfilandosi la banana dal culo, scorreggia. Liberatosi dal gas e rilassatosi, Rodrigo salta sullo stomaco di Goffredo, che non riesce a reagire per le troppe lacrime, e di conseguenza scorreggia via la banana dal suo culo, con un effetto sonoro misto che non mancherà di sbellicare il pubblico italiano.
I due vengono raccattati dalle forze ONU e rispediti a casa, dove troveranno solo povertà, crisi economica e avvisi di sfratto sulle rispettive porte. Si ritroveranno solo il Natale successivo, in una mensa della caritas, dove incontreranno anche i loro produttori e il loro staff di un tempo, intenti a litigarsi la coscia di una prostituta pugliese morta (Giusy Ferreri). Aggiuntisi alla gazzarra per il cibo, finiranno per divorarsi l' uno con l' altro tra urla isteriche e pianti nervosi, filmati per tutto il tempo col cellulare da un ragazzino algerino che per lavoro spaccia crack fuori dalle elementari.

Titoli di coda.

Exit music: "Hallelujah" di Jeff Buckley.

Appuntamento all' anno prossimo.
Grazie.

mercoledì 24 dicembre 2008

VAI A DIRLO ALLA MONTAGNA, CHE E' NATO GESU' CRISTO

Questo è il mio regalo di Natale per tutti voi.

domenica 21 dicembre 2008

BUON!

E mi unisco al mio amico Antonio Bruno nell' augurarvi un buon.


sabato 20 dicembre 2008

SCUSATE, VOLEVO PARTECIPARE

Cordoglio e indignazioni unanimi e trasversali contro questa vignetta di Mauro Biani:


Avrete sentito, immagino. Segio Staino, Piddino e pacioso direttore di "M", inserto satirico dell' unità si scusa. Si scusa?
Staino, se tra un' abbuffata di sentimenti e una gita fuori porta dell' ovvio ti viene in mente qualcosa di intelligente per cui scusarti (non so magari scusati per aver ucciso Gesù, è tanto che si cerca un colpevole), fammelo sapere via piccione viaggiatore. Tanto ho una carabina.

Tra il serio e il faceto

Il Ministro della Repubblica Sacconi ha fatto il passo. Ignorando una sentenza definitiva che dà luogo a procedere all' interruzione dell' alimentazione forzata di Eluana Englaro, ha messo un "veto" politico al trasferimento della donna nella clinica che si è fatta carico di eseguire la rimozione del sondino che la tiene in vita.

Questo è il fatto. Ma qualcosa passa quasi inosservato, disperso nel vento della normalità. Normalità che si sparge nell' aria come effluvio di sterco. Il Ministro semplicemente non può farlo. C'è una sentenza. Sacconi sta interferendo con la legge. Ne più né meno. Ricatta col suo potere, in maniera squisitamente mafiosa, chiunque si dimostri disponibile ad applicare un provvedimento che deve essere applicato. Non "che può". Che deve.

Ora, se io fossi in stato vegetativo da 17 anni e mi svegliassi all' improvviso, la prima cosa che direi sarebbe:
"Devo pisciare. Chi è questo stronzo che sorride?"
"E' il ministro Sacconi. E' venuto a vedere il miracolo. Sta arrivando anche il Papa", Risponderebbe un medico.
"Merda. Portatemi da qualche parte".
"Non si può. C' è la conferenza stampa, e poi non puoi essere dimesso. Viene anche Vespa".
"E' troppo. Me ne vado io".
"Non hai più i muscoli. Non credo potrai fare molto più che cacarti addosso".
"Si? Beh, mi tratterrò ancora un po'. A che ora arriva il papa?"

Spero che Eluana muoia presto. Ma non disdegnerei che fosse preceduta dalla CEI per intero.

giovedì 18 dicembre 2008

Black Dada Jazz



Nell' umido ufficio del funzionario K., si sta svolgendo un funerale laico con tavolo da Bridge e urna incandescente. Subito l' invitato d' onore, il poeta Mastropaolazzi, si vomita la blusa in segno di discontinuità col regime delle minivoglie. Questo il panorama di una serata qualunque di Medioevo. Non così lo chiama però il critico Sgozzo, che ha coniato tanti termini e più vorrebbe coniar moneta, ma gli resta in mano la nota ancora inchiostrosa del l' ultima silliba: Tedioevo, pensa, non medioevo. Più interessante della morte, ma meno dell' ultimo film di Dorian Gazpacho che contemporaneamente viene proiettato sulle piastrelle del bagno dell' ufficio, un unico piano sequenza in cui Margherita Buy trova Dio, lo perde, lo ritrova, poi lo perde, infine lo ritrova ma da brava femmina uterina lo snobba con un pfui. In un altra stanza adiacente, non si fermano le polemiche sull' onorevole Primo Resistenza, accusato di frode, calunnie, aggiotaggio e demenza puberale. Pare abbia rubato fuori orario. Accaniti, i dimostranti, gli studenti e i blogger frodano i tempi componendo un panorama di dissenso difficile da sintetizzare su FaceBook, ma facilissimo da disinnescare nel party in preparazione. Si erge monolitico il papato, rappresentato da Stanislav il Quaestor, mite cazzeggione intriso di arbre magique e gnosi. Lui non lo sa, ma la segretaria del funzionario K, Eva Silk Epil Brown, ha un cucciolo dagli occhi al neon che è innamorato del suo polpaccio. Non mancano nemmeno i nani. Uno di loro chiede gaio: "Cosa c'è nell' urna incandescente?" Subito l' umido funzionario K., più umido del suo ufficio, si appresta a nasconderla alla vista dei nani, sperticandosi in una lode incondizionata a un messia eventualmente in carica nell' ultimo millennio. Ma nell' atrio degli intellettuali, profondamente assorti in un disimpegno storico, si parla di alcuni sport vieppiù squadristi. I bambini giocano nella stanza dei bambini che giocano, ridono mentre giocano ma non hanno nulla in mano, e quindi giocano a giocare. Assorto in un silenzio che è più zitto di una pausa, il funzionario K. sta sperando che nessuno svegli la moglie, mai più. Lui non si sente chiamato in nessuna causa, mai. Ma, rimettendola a posto, ha il sospetto che nell' urna ci sia una preziosa e morbida polvere di stelle, che rimane là nell' attesa che qualcuno si renda conto che la festa è finita.

mercoledì 17 dicembre 2008

IN VINO VELLEITAS

Sull' ultimo numero di NovaMuzique ho scritto un articolo sui Negramaro. Lo linko qui, anche perché le reazioni a tale articolo sono state alquanto contraddittorie. Per contradditorie intendo una persona che mi ha detto: "E' meraviglioso, illuminante, spacca il culo", una che mi ha detto: "E' superficiale e pretestuoso" e un' altra che mi ha detto "E' orrendo e tu non sei che lo stupido frutto acefalo dei lombi di Satana" (credo abbia detto così, non ne sono sicuro perché ruggiva e sbavava).
Quindi lo linko in modo da ricevere gli stessi commenti, per poi decidere se sentirmi un genio incompreso, un coglione, o -al limite- uno qualsiasi.

lunedì 15 dicembre 2008

Cut & Paste On The EveryWhere

Postai questo sul solito postribolo di LiveFast:

[Unpublished Format 000342z2:/Main application for TV content(%) Form to: Underline enabler: ask for MaRiNeTtI the Struldbrug]

Speaker: Buonasera a tutti, il Ministro delle Anafore è qui con noi per rspondere ad alcune domande. Ministro, ci può dire qual’ è il suo ruolo nella commissione di tamponamento della crisi?

Ministro: Sono quello in alto a destra.

Speaker: Lei si è reso protagonista di una serie di iniziative impopolari. E’ possibile che la sua linea politica manchi di una adeguato apparato di comunicazione?

Ministro: Sono quello che si è battuto di più in questo senso.

Speaker: Signor Ministro, secondo lei è possibile pensare a un sistema economico meno improntato sul monetarismo e più sostenibile dal punto di vista delle risorse planetarie?

Ministro: Sono quello che va in giro a dire ai miei elettori: ciao, sono quello che va in giro a salutare i suoi elettori. Si. Ci vuole più attenzione e più affetto per l’ animale uomo.

Speaker: Non sembrano esserci vie di fuga dall’ impoverimento generale del pianeta. Lei ritiene ci sia il rischio che si generi una guerra di compensazione?

Ministro: Sono quello che in guerra non ci va.

Speaker: Che ne pensa dei decreti nazional-popolari fatti una-tantum per sedare il malcontento generato dalla paralisi interbancaria?

Ministro: Sono quello che consuma. Sono quello che non si arrende. Sono quello.

Speaker: Ministro, ma lei conta qualcosa? Può fare qualcosa, a parte reiterare le parole iniziali di un discorso?

Ministro: Sono quello che sono.

Speaker: Ministro, lei è davvero quello che è?

Ministro: Sono quello.

lunedì 1 dicembre 2008

Sebastianismo

Bene, per qualche giuorno (e la u non è un refuso) non sentirete più parlare di me. O almeno, da me. Vado a pernottare e pergiornare (santoddio quanto sono idiota oggi) in quel di Lisbona per una settimanella o poco più. Per salutare il network ("Hey, ragazzi! Guardate qui! C'è un network! Ed è pieno di faccine!"), ho postato un passepartout di profonda analisi sulla comunicazione contemporanea su Sviluppina. Fatene buon uso mentre non ci sono. Il post potrebbe seriamente danneggiare la vostra tessera punti della coop.
Volete che vi saluti qualcuno? Non so, Barroso. Amalia Rodriguez. I polpi. Il baccalà.
No?
Benissimo.
Allora ciao.